Note in crescendo

Laboratori e concerti itineranti gratuiti per fare della musica uno strumento di coesione sociale. Vi raccontiamo il progetto di Musicittà

Viaggiando quassù faccio lume a tutti quanti, […],
e i miei raggi viaggiano senza passaporto.

Chissà quanti, tra i bambini e ragazzi del coro di uno dei due gruppi di voci bianche e giovanili di Crescendo, comprendono la spinta rivoluzionaria delle parole della celebre luna di Kiev di Rodari, mentre le trasformano in un’armonia che riempie gli spazi dell’Auditorium di Santa Cecilia. Sono una quindicina, le ragazze in netta maggioranza sui coetanei. “Mentre sotto i sei anni la presenza è paritaria in termini di genere, dai sei anni in su la quota maschile è del 20% circa. Anche se”, racconta Carmen Cicconofri con una punta di orgoglio, “con le attività del progetto è aumentata”.

Cicconofri è la direttrice artistica di Musicittà, associazione nata a Perugia nel 2017 per promuovere attività didattiche, artistiche e divulgative in ambito culturale, con particolare attenzione alla musica e alla pratica vocale per tutte le età. Tra queste, appunto, il progetto Crescendo. Presentato nel gennaio 2021 per il bando ‘Educare insieme’ del Dipartimento Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e approvato nel 2023, ha preso il via, per questioni non dipendenti dall’associazione, soltanto lo scorso settembre. “Si tratta di attività progettate quattro anni fa, ma che ci hanno ridato uno sguardo di coerenza con la nostra visione iniziale, quando da associazione che si occupava solo dei Coristi a Priori, giovani adulti e diversamente giovani”, ironizza Cicconofri, “avevamo in mente di trasformarci in un’accademia che offrisse percorsi educativi non solo per i bambini, ma anche per le famiglie, trasmettendo il linguaggio della musica dagli 0 ai 100 anni”.

Con un Crescendo, dunque: si parte dalle due bande di piccolissimi, rispettivamente 0-18 e 24-36 mesi, avvicinate alla musica sulla base della Music Learning Theory di Gordon, e si prosegue con la propedeutica musicale (3-5 anni), le voci bianche junior (5-7) e, infine, con i due gruppi di voci bianche e giovanili dai 7 anni in su. Il tutto per un totale di 140 iscritti, a cui si sommano gli utenti di Uno in più-Associazione sindrome down, con cui il progetto ha attivato un percorso di musicoterapia, e il pubblico della quindicina di concerti dislocati in varie sedi di alto rilievo di Perugia. Teatro Morlacchi, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, Museo Palazzo Baldeschi, Casa Museo di Palazzo Sorbello, Palazzo della Penna, Torre degli Sciri: un progetto itinerante, con alla base l’idea di pensare alla città come a una rete di operatori culturali e istituzioni con un obiettivo comune, e cioè quello di “fare della cultura un’idea di comunità, di visione quotidiana e di vivere civile”. E, contestualmente, di contrastare la povertà educativa, “che non coincide necessariamente con il degrado o con l’impossibilità di soddisfare bisogni vitali, ma che di frequente serpeggia anche in aree meno marginali, in cui però la cultura non è considerata uno strumento di coesione sociale”, dice ancora Cicconofri, ragionando sui dati relativi alla povertà in Umbria (Istat, 2020) che l’associazione aveva analizzato in sede di scrittura del progetto, con uno specifico approfondimento sulla situazione del centro storico di Perugia.

L’analisi preliminare si è quindi sviluppata in un monitoraggio, svolto e documentato dall’équipe di pedagogisti di Coordinate onlus attraverso l’osservazione del percorso delle famiglie e degli utenti coinvolti mediante la somministrazione periodica di questionari. Da cui è emerso, per esempio, che il 70-80% dei bambini e ragazzi iscritti vivono in aree periferiche: “Il fatto che molte famiglie siano disposte a fare chilometri per partecipare alle nostre attività ci dimostra che non sempre è vero che per portare la cultura fuori si debba uscire dal centro. Quello che conta è”, conclude Cicconofri, “che l’offerta sia specifica, ben identificabile, davvero pensata per bambini, e non, come spesso accade, con una concezione per adulti ma venduta per famiglie”. Una proposta ben studiata, ricca, totalmente gratuita. Elementi di forza di un progetto che tuttavia, purtroppo, ancora non è riuscito a raggiungere alcune fette di popolazione, come quella dei figli di genitori stranieri: uno dei motivi sarebbe da ricercare, secondo la direttrice, in un’inefficace campagna di promozione iniziale nelle scuole del territorio, complice anche la coincidenza temporale con il fisiologicamente confuso e concitato momento di insediamento della nuova giunta comunale.

Abbiamo intervistato alcuni partecipanti, genitori e bambini, che ci hanno restituito la loro personale esperienza con Crescendo.

PAOLA: “Mio fratello è musicista e cercavo un’esperienza musicale per Francesco, che ora ha 10 anni. Non volevo imparasse a suonare uno strumento da solo, preferivo svolgesse un’attività insieme ad altri. Principalmente per incoraggiarlo, perché come me è un timidone. Anche io da bambina cantavo in un coro e a me ha aiutato, per trovare la mia voce e uscire dal guscio piano piano. Poi è un’attività formativa, oltre che ricreativa, perché ai ragazzi insegnano come leggere le note e riconoscere il ritmo”.

FRANCESCO: “Quando vado al coro sono contento, dico ‘Yuppi, andiamo al coro!’.

GABRIELE: “Viola ha cominciato a frequentare questo corso che era piccina, aveva meno di un anno. È stata una bellissima esperienza, noi pensiamo che la musica sia un aspetto molto importante e le abbiamo sempre fatto ascoltare ogni genere musicale”.

VIOLA: “A me piace cantare. Ho fatto tanti amici e mi diverto”.

NICOLÒ: “Ho quattro anni. Noi qui cantiamo e ascoltiamo, tutte e due le cose, e poi ci fanno vedere gli strumenti musicali – il mio preferito è il cembalo”. Poi canta a squarciagola la melodia ‘Ciao come stai’ che intonano all’inizio della lezione.

ELISA: “Quando ha iniziato il corso Arianna era ancora una lattante. Allora io entravo insieme a lei, mentre dall’anno scorso, e cioè da quando ha compiuto tre anni, frequenta da sola. Da quel momento noi genitori, ormai dietro le quinte, non sappiamo quali attività svolgono. Però, anche se non assisto e Arianna non mi racconta niente, io so quello che fanno: con le sue bambole, infatti, lei rifà tutto, le mette in cerchio e le fa cantare”.

CATERINA: “Teo frequenta questo corso da quando aveva 6-7 mesi. Durante i primi incontri eravamo in simbiosi, ma quando ha cominciato a tre anni ad andare senza la mia presenza ha stretto legami incredibili con gli altri bambini – alcuni li definisce addirittura i suoi ‘migliori amici’. Teo ha cominciato veramente presto a mettere insieme le frasi e i pensieri, e sono sicura che l’input del corso, insieme agli altri che gli abbiamo dato noi, abbiano favorito questo sviluppo del linguaggio. Lui non mi racconta molto quello che fanno durante la lezione, però la cartina tornasole di quanto gli piaccia è che quando arriva qui, stanco dopo la giornata al nido, è sempre spompato, mentre quando lo vengo a prendere è allegro e saltella di qua e di là. Ricordo ancora quando partecipavo anche io alle lezioni e lo vedevo divertirsi quando la maestra metteva al centro questa tela, dicendo ai bambini di inventarsi una ricetta con vari ingredienti e associando ognuno a un suono”.

Anna Mirabella

Beatrice Depretis