I beni in comune sono i beni di tutti


A fine giugno gli spazi del cva la Piramide di Madonna Alta hanno ospitato il primo ciclo di incontri di formazione dedicato al tema dei Beni Comuni, promosso dalla cooperativa sociale Borgorete in collaborazione con l’associazione Labsus-Laboratorio per la sussidiarietà, inserito in un percorso più ampio che fa capo alla progettazione dell’asse Innovazione sociale di Agenda Urbana.

Sei appuntamenti in orario serale – solo per veri appassionati – proposti in modalità mista, in parte in presenza, in parte da remoto con un collegamento su Zoom, rivolti a singoli cittadini, associazioni, gruppi informali e soggetti istituzionali. I partecipanti – circa una ventina, in rappresentanza di diverse realtà perugine – sono stati guidati in un approfondimento che ha riguardato temi, tempi storici e collocazioni geografiche diverse, attraverso la testimonianza di esperienze innovative sul piano nazionale e non solo.

Tra i relatori e ideatori del corso Alessandra Valastro, esperta di processi partecipativi e docente di Diritto pubblico e di Democrazia partecipativa all’Università di Perugia, e Daniela Ciaffi, vicepresidente di Labsus e docente di Sociologia urbana al Politecnico di Torino. Si dicono entrambe soddisfatte e piacevolmente soprese da questo primo ciclo di incontri. “Sono stati molto partecipati – dice Alessandra Valastro – nonostante le difficoltà del collegamento online si sono sviluppati numerosi interventi, scambi, dibattiti… anche oltre l’orario stabilito! Ho trovato poi una bella varietà di esperienze e una certa consonanza di vedute: si trattava di persone già sensibili al tema della partecipazione, molto attive sul territorio”.

Creare una base condivisa di conoscenze tra i partecipanti era l’obiettivo principale di questi primi appuntamenti, dal carattere più introduttivo. Darsi una grammatica comune, non imposta ma concordata collettivamente, di valori, principi e obiettivi. Perché, dice Valastro, “il tema della partecipazione è un calderone immenso, ed è necessario condividere delle coordinate, mettersi d’accordo su temi e questioni”.

Altro intento fondamentale era offrire una conoscenza più approfondita sul tema dei Beni Comuni e sugli strumenti di regolazione e di governo dell’amministrazione condivisa, come i Regolamenti e i Patti di collaborazione, allo scopo di migliorare la consapevolezza sulle applicazioni e sulle potenzialità del Regolamento nella città di Perugia.

Il rischio, sottolineano le due relatrici, è che i Patti di collaborazione vengano utilizzati al posto delle vecchie concessioni comunali, mentre la logica di questo tipo di strumenti è profondamente diversa. I Patti si articolano intorno al principio di non esclusività. Il bene comune di cui ci si prende cura resta aperto e accessibile all’uso collettivo, inoltre i patti stessi, una volta stipulati, restano aperti: con il tempo altre associazioni o singoli cittadini si possono aggiungere e collaborare. Il coinvolgimento e la convivenza tra soggetti diversi ne è un aspetto essenziale.

Proprio con la speranza di coinvolgere ancor più la società civile, anche i gruppi informali, sono stati programmati altri tre incontri di formazione a fine settembre, sempre con la regia di Labsus, caratterizzati da un taglio più laboratoriale. Sono previste simulazioni utili a sperimentare in prima persona lo strumento della co-progettazione, centrale nei percorsi partecipativi finalizzati alla cogestione di un Bene Comune. “Perché attraverso il patto non si concede un bene, si co-gestisce”, sottolinea Daniela Ciaffi. Ci sarà un intervento del fondatore e presidente di Labsus, Gregorio Arena, oltre al racconto diretto di esperienze milanesi e torinesi particolarmente riuscite, come quelle delle portinerie di comunità e delle case del quartiere. L’idea è quella dello scambio e della contaminazione tra esperienze diverse, “Un’occasione per mettersi in discussione, sia per noi da Torino che per i perugini”.

Ma le occasioni di confronto non finiscono qui: sempre a settembre i contenuti degli incontri di giugno verranno riproposti attraverso un percorso di formazione online e messi a disposizione di ulteriori interessati.

Nello stesso periodo prenderanno forma i primi laboratori di quartiere che riguarderanno la zona di Fonti Coperte, per poi proseguire nei mesi successivi nelle altre aree interessate dal programma di Agenda Urbana: Ponte della Pietra e Fontivegge. Lo scopo di questi laboratori sarà quello di individuare collettivamente le risorse dei diversi quartieri, i loro Beni Comuni e chi potrà e vorrà prendersene cura. Oltre all’individuazione di specifici portieri di quartiere.