Camminare guarisce

Andare a piedi è un modo di affrontare e intendere la vita. E, a volte, una terapia. La storia di un’associazione nata al Trasimeno

Marzo è appena iniziato e la primavera sembra già fare capolino a Passignano sul Trasimeno, dove ad aspettarmi c’è Fabrizio Pepini, socio fondatore e presidente per otto anni, fino al passaggio di testimone a Emanuele Rubeca, di Camminare guarisce, associazione di promozione sociale nata nel 2017 con l’intento di promuovere la cultura del cammino, sia come esperienza terapeutica che come modalità di affrontare la vita e i suoi fardelli in maniera semplice, lenta e in condivisione con gli altri e la natura.

Lo faccio attendere un po’, mentre mi perdo nel luccichìo delle acque di un lago che ogni volta mi meraviglia: Fabrizio mi accoglie sorridente, consapevole di quanto quel lembo di Umbria che si dipana a nord-ovest tra morbide colline e rossi tramonti sia capace di scardinare qualsiasi concetto di spazio-tempo.

Soprattutto il tempo, per lui, è diventato relativo. A confermarlo sono gesti e parole che osservo e ascolto mentre prepara la moka: quando gli chiedo quanto ha da dedicarmi mi risponde placido: “Ho il tempo che ti serve, Marta”.

La grande sala dove iniziamo a chiacchierare è la zona giorno del primo piano dell’edificio in pietra, annesso alla chiesetta della Madonna dell’Oliveto e ex sede degli scout, che il Comune di Passignano concede gratuitamente all’associazione. Ci si arriva salendo una scalinata colorata e piena di scritte che conducono al cammino e tutto ciò che intorno ad esso può nascere e crescere.

Fabrizio è nato a Passignano ma ha vissuto per molti anni a Bruxelles, città in cui ha lavorato nel campo della ristorazione, dove è diventato padre e in cui, dal 2011, ha iniziato a fare i conti con qualcosa più grande di lui: una malattia rara che sembra lasciargli poche speranze. Dopo essersi affidato a cure sperimentali, un trapianto e un periodo di degenza, Fabrizio, anima libera e da sempre in movimento, decide di partire per il Cammino di Santiago.

Il sei maggio 2012 Fabrizio parte. Si incammina da solo. Lo percorre tutto.

Ho deciso di affrontare la malattia in cammino, tra un ciclo di cure e l’altro. I primi dieci giorni sono stati durissimi, ero pieno di dolori ma, giorno dopo giorno, mi sentivo sempre meglio. Mi accorgevo che il mio corpo stava liberandosi da tutto, dalle tossine della chemioterapia, dalla frustrazione, dalla rabbia. Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto arrendermi, in cui disperazione e rabbia hanno preso il sopravvento, ma credo che siano stati proprio quei sentimenti a farmi ripartire”.

Dal 2012 fino ad ora Fabrizio non si è mai fermato e, tra un cammino e l’altro, aiutato sempre dalle cure mediche, matura il desiderio di restituire la sua esperienza a coloro che sono nella sua condizione. La condivisione con l’altro cresce naturalmente ad ogni cammino e ad ogni incontro che Fabrizio fa lungo la sua strada: Massimiliano Cremona, guida ambientale escursionistica, musicista e cantautore, è uno di questi.

Le loro strade si incrociano lungo il cammino sardo ‘Santu Jacu’ e per Massimiliano è il primo cammino di più giorni in un periodo particolare della sua vita: “Quando il mondo ti lascia a piedi e se ne va da un’altra parte, camminare è una risposta possibile; lungo la via accade di incontrare persone le cui storie possono illuminarti e darti la speranza. Con Fabrizio è stato cosi”.

Proprio in Sardegna nasce l’idea di scrivere insieme il libro Camminare guarisce, il primo passo del cammino che Fabrizio e Massimiliano intraprenderanno, pionieri di quello che sarà un “viaggio” condiviso: tra gli appassionati di escursioni, amanti della natura e amici di vecchia data che decidono di abbracciare la storia di Fabrizio ci sono anche Pasquale Della Ragione, che presenterà per la prima volta il libro al pubblico perugino, e Andrea Polidoro che curerà la parte tecnica e il sito del progetto. Nasce così, passo dopo passo, l’omonima associazione Camminare guarisce, un puzzle di piccole e personali storie condivise camminando, che Fabrizio descrive con queste parole: “La nostra associazione nasce dal desiderio di raccontare i piccoli atti di cambiamento e coraggio che nella vita di una persona possono ribaltare quello che sembra essere apparentemente solo sconforto e sofferenza. Camminando il dolore e la fatica possono tramutarsi in gioia e convivialità, scoprendo che essere malati non è tutto ciò che ci rimane”.

Nel tempo l’associazione cresce e i propositi diventano realtà, primo tra tutti la realizzazione de ‘La Via del Trasimeno’, un percorso in loco, immaginato come un laboratorio a cielo aperto su cui sperimentare forme di cammino-terapia, inclusivi e socialmente utili: dallo studio del territorio e delle tracce possibili prende forma il cammino ad anello che, per centosessanta chilometri di lunghezza percorribili in sette tappe, da soli o in gruppo, possono intraprendere tutti gli appassionati di trekking e cammini, attraversando i borghi e le colline del lago.

Attraverso la Via del Trasimeno, Camminare guarisce inizia ad avere un grande seguito dall’Italia e dall’estero e ha l’occasione di incontrare persone e realtà che ne condividono valori e intenzioni o da cui trarre ispirazione per iniziative e progetti: tra queste l’associazione francese Seuil e l’italiana Lunghi Cammini che sperimentano il cammino come esperienza educativa alternativa a favore di minori e giovani adulti provenienti da situazioni di vulnerabilità sociale e procedimenti penali in corso. L’incontro casuale con l’associazione Bir di Milano, che sostiene iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e accompagnamento educativo di minori, sarà l’innesco per reinventare sulle sponde umbre il progetto “Un cammino per ricominciare”: “Siamo una piccola carovana – racconta Fabrizio – che accoglie e condivide esperienze di vita di giovani con fragilità sociali e voglia di ricominciare. Abbiamo a disposizione dodici posti letto di autocostruzione e lo spazio a disposizione è pensato e organizzato per l’autonomia delle ragazze e dei ragazzi e di chi li accompagna. La nostra sede è in realtà aperta a tutti coloro che amano venire in cammino e godere della bellezza del lago ma la priorità per noi è sempre quella di sostenere e accogliere lo spirito civico e socio-educativo delle associazioni e dei loro progetti”.

Per i soci di Camminare guarisce gli orizzonti sembrano non esaurirsi e “Joelettes” è il più recente progetto nato dalla collaborazione con il capofila Cantico della natura di Magione: attraverso la partecipazione al bando l’associazione riesce ad ottenere tre joelettes, carrozzine fuoristrada monoruota che permettono alle persone con disabilità fisiche di essere accompagnate da volontari lungo i tipici sentieri sterrati del lago. Le joelettes sono disponibili per camminate in autonomia, per progetti con scuole e strutture per disabili del territorio, per corse, trail e maratone: un “cammino per tutti” che realizza un grande sogno dell’associazione e che permette a “La Via del Trasimeno” di essere un approdo accessibile e inclusivo.

Trans minus vide lacum” (“Oltre il più piccolo scorgi il lago”), dicevano gli antichi abitanti della zona per orientare i viandanti forestieri che, attraversando i colli circostanti, si affacciavano in terra umbra: questa sembrerebbe una delle tante leggende popolari che nel tempo hanno indicato le origini del nome del lago Trasimeno, un saliscendi di acqua e terra dove oggi “Camminare guarisce”.