L’antico borgo di Corciano è un luogo sospeso che accoglie chi arriva lungo strade che si fanno spazio attraverso il paesaggio, senza violarlo. Lo si avvicina con discrezione: ben si presta a quel genere di viaggiatore venuto da tutt’altro che lontano e che non ha bisogno di percorrere distanze esotiche per andare alla ricerca della verità e lasciarsi attraversare dal suo riverbero mai equivocabile.
Quello che mi ripropongo di fare è “ricevere” una narrazione tale di questi luoghi, da provocare in cui ne riceve le tracce un sentimento di riconoscimento che si faccia indizio di universalità. Lo scopo ultimo sarà stato l’intuizione del modo particolare in cui i loro “generatori di cultura” vivificano ogni giorno il cuore di quei “luoghi di tutte le possibilità”.
E’ la poetica calviniana del non-luogo come ogni-luogo/tutti-i-luoghi che ci aiuta l’un l’altro a essere tutto quello e tutti coloro che siamo.
Intendo, dunque, provare a restituire semplici dettagli, ingredienti riferibili alle storie degli altri da cui mi sarò fatta, se non portavoce esplicita, almeno consapevolmente investire, abbracciare, accompagnare.
Lo sguardo di un simile esploratore è fatto di “occhi altri”, capaci di cogliere e accogliere mondi interi concentrati nelle minuzie invisibili ai più, perché cultori della filosofia delle piccole cose, scrittori onesti e mai patetici cui non serve depredare per s-piegare (togliere le pieghe) e che spogliano levigando, ponendosi in ascolto. Rompere gli argini, leggere e poi rendere con altrettanta energia significati di vita “risonanti”: è questa la cifra con cui vorrò ri-attraversarmi in questa esperienza, alla quale mi predispongo e che certamente aggiungerà ricchezza al mio vissuto, in termini di contenuti e relazioni.
Erika Gallo