Una storia di farfalle e di siringhe

Al Parco della Pescaia si stanno dando da fare in molti. La situazione pian piano migliora. Ma la strada è ancora lunga

Il settecentesco casale del parco della Pescaia appare un po’ provato. Se non fosse per le locandine appese alle sue vetrate che promuovono recenti iniziative organizzate dall’associazione Ada si direbbe quasi in disuso. Una in particolare testimonia la presenza di un “Punto d’ascolto” attivo il martedì e il venerdì mattina fino alle 12, in collaborazione con Uilp Umbria. Dal racconto dei membri delle varie associazioni intervistate emerge che c’è stato un tempo in cui il casolare era uno spazio aperto, messo a disposizione per le iniziative del quartiere, prima che anche la pandemia complicasse le cose.

Giordano Stella, presidente di Coscienza Verde, mi parla di un periodo di grande vitalità: “Dall’estate del 2019 fino a marzo 2020, insieme ad altre realtà, abbiamo organizzato una serie di laboratori, seminari, giornate di scambio semi per orti urbani. Oltre ad attività di pulizia del parco, in collaborazione con Cap 06124. Negli stessi spazi del casale ha preso forma l’esperienza del Consiglio di Cittadinanza che vorremmo proseguire nei prossimi mesi”. L’idea in cantiere è quella di coinvolgere le varie associazioni della zona per costruire una vera e propria Casa del Quartiere nel parco, promossa come luogo d’incontro per le associazioni e per i cittadini, ma anche come sede del Consiglio di Cittadinanza e di Quartiere.

Poco sotto al casale, in fondo alla gradinata, c’è una piccola ma coloratissima aiuola delimitata dall’insegna “Angolo delle farfalle”. Nata come spora di un altro giardinetto pubblico realizzato a Monteluce, piantata come dono per festeggiare la costituzione dell’associazione di vicinato Il Profumo dei Tigli – nata sei anni fa per volontà dei residenti della zona di via XX Settembre e dintorni – e diventata col tempo un punto di ritrovo per l’associazione stessa. “D’estate veniamo qui e innaffiamo a turno, ci siamo presi l’impegno di prendercene cura”, racconta Paola Onnis, una delle socie. “I portieri di quartiere ci stanno dando una grande mano per sistemare questo spazio. In generale in questi ultimi mesi il parco è migliorato moltissimo grazie ai lavori di manutenzione del Comune e all’attività dei portieri”. Proprio insieme a loro il 19 settembre scorso, durante la festa di quartiere promossa dall’associazione, è stato inaugurato un nuovo punto di pianta crossing che fa compagnia a questo angolo fiorito.

Proprio insieme a loro il 19 settembre scorso, durante la festa di quartiere promossa dall’associazione, è stato inaugurato un nuovo punto di pianta crossing che fa compagnia a questo angolo fiorito.

Da dicembre 2019 i portieri di quartiere portano avanti dei piccoli interventi di manutenzione e pulizia del parco, coinvolgendo i cittadini e altre associazioni. Organizzano laboratori per adulti e bambini, pensati per incentivare la vivibilità del parco e la sua frequentazione attiva, nel tentativo di generare una percezione di sicurezza attraverso un uso collettivo dello spazio. Solo per citarne alcuni: prove di orienteering e una “caccia alle erbe” dedicata alla scoperta delle piante della Pescaia. O ancora laboratori per la realizzazione di orti verticali e talee, in collaborazione con le Riciclamiche.

Una serie di attività proposte anche in risposta alle esigenze degli abitanti emerse durante alcuni incontri online promossi nel periodo del lockdown che hanno confermato la percezione di un luogo poco frequentato, poco visibile, poco conosciuto. Oltre alla persistenza del problema dello spaccio e del consumo di sostanze, lamentato e segnalato da più parti. Ma dagli stessi incontri è emersa anche la voglia dei cittadini di riappropriarsi del parco. Omar, uno dei portieri, da qualche anno abita nei pressi della Pescaia. È uno spazio che attraversa spesso, per lo più la mattina presto per andare al lavoro, molto più raramente di sera. “Trovo principalmente persone che corrono o che portano a spasso il cane. Trovo anche molte siringhe – prosegue – quasi tutti i giorni faccio segnalazioni alla Gesenu, loro rispondono prontamente e mi comunicano quando la rimozione è stata effettuata. Devo dire che ultimamente sono un po’ diminuite, rispetto a maggio e giugno, ma anche le giornate di pulizia continuano a evidenziare questa situazione”.

Proprio su questo fronte da anni sul parco e nelle zone limitrofe è attivo un altro importante presidio, con il quale i portieri collaborano attivamente: quello degli operatori dell’Unità di Strada, un servizio di riduzione del danno dei rischi connessi all’uso di sostanze stupefacenti, rivolto a persone tossicodipendenti, offerto dal Ser.T di Perugia in collaborazione con la cooperativa Borgorete. Tra le diverse azioni dell’equipe c’è anche quella delle mappature effettuate nelle zone critiche della città per valutare e conoscere le abitudini dei consumatori di sostanze e gli stili di consumo, così da poter mettere in atto interventi mirati o correggere e integrare quelli già in essere. Come mi spiega Daniele, uno degli operatori, nell’ultimo anno alla Verbanella sono state fatte quattro mappature con cadenza trimestrale. Durante la prima, a giugno 2020, il parco si presentava in pessime condizioni, con erba alta, molta sporcizia e una consistente presenza di siringhe sporche, oltre alle tracce di consumo di alcool e altre sostanze. Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 altre due mappature evidenziavano una situazione invariata, nonostante l’istallazione a gennaio 2021 delle telecamere di sicurezza all’interno del parco previste dai progetti di riqualificazione della zona. Ma allo stesso tempo si è osservato un certo numero di famiglie e bambini. Presenze rilevate poi in aumento nell’ultima mappatura a giugno 2021 – ultimamente riscontrate anche dall’osservazione delle associazioni del territorio e dei portieri – quando il parco appariva molto più pulito, l’erba tagliata, ma le tracce di consumo di sostanze, se pur molto ridotte, erano comunque presenti.

Una soluzione per arginare la situazione è stata proposta due anni e mezzo fa attraverso una raccolta firme promossa dai membri del Circolo Island di Madonna Alta e sostenuta dal Ser.T che prevedeva la creazione di alcuni punti di scambio siringhe. Ovvero l’installazione in luoghi specifici, tra cui la Pescaia, di macchine nelle quali si inserisce una siringa sporca e se ne riceve una pulita in cambio, affiancate da un potenziamento delle attività di sensibilizzazione, prevenzione e riduzione del danno.

La proposta nel tempo ha suscitato un certo consenso, appoggiata da molte realtà del territorio, tra cui le associazioni di quartiere come Cap 06124, Filosofi…Amo, il gruppo del parco Chico Mendez. In particolare il consigliere comunale Fabrizio Croce, conosciuto in città come Fofo, ha presentato la proposta in Comune. Dopo varie discussioni è stata approvata, ma in una forma un po’ diversa: al posto delle macchine per lo scambio siringhe dovrebbero essere installati dei semplici raccoglitori per le siringhe usate. Come evidenzia Domenico Barberio, operatore dell’Unità di Strada, “la questione è però particolarmente ambigua: installare un apposito contenitore significa incentivare e legittimare il consumo di sostanze? C’è poi il rischio opposto: che non venga utilizzato perché si teme di essere osservati, tanto più con la presenza di telecamere”. Si tratta quindi di una situazione complessa e controversa della quale vanno valutati gli effetti e la reale efficacia.

Nel frattempo è arrivato l’autunno al parco. I giochi per bambini sembrano abbastanza popolati, nonostante il freddo. Qualcuno passeggia, qualcuno si guarda intorno, qualcuno ogni tanto si ferma anche.