Appuntamento alle ore 16 all’Ottagono di Perugia, in via Martiri dei Lager. È qui che incontro Moreno, Camilla e Daniele, alcuni dei portieri sociali della zona di Fontivegge, che mi accolgono nel quartiere come fossi nelle loro case. Durante la passeggiata mi mostrano e raccontano una zona sicuramente non facile, ma che sta riscoprendo pian piano il senso di comunità e di appartenenza al territorio.
L’azione Portieri di comunità parte a dicembre del 2019 con i tre portieri Moreno Giappesi, Roberta Carioti ed Elia Casagrande, a cui si uniscono successivamente anche Camilla Primiera e Daniele Bianchi. La loro attività è prevista nell’ambito dell’intervento Rigeneration Center, all’interno del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia della presidenza del Consiglio dei Ministri, e rientra nel progetto co-progettato dal Comune di Perugia e dal consorzio Auriga, caratterizzato al suo interno dalle cooperative sociali Polis, Nuova Dimensione e Borgorete.
I portieri sociali, ognuno con competenze specifiche, sono stati individuati direttamente dalle tre cooperative del consorzio e operano nei quartieri di Fontivegge, Bellocchio e Madonna Alta con l’obiettivo della riqualificazione di comunità. Nello specifico i portieri hanno un ruolo di intercettatori di bisogni dei cittadini che si traducono in segnalazioni agli enti locali al fine di individuare e proporre soluzioni a partire dai bisogni emergenti. Non garanti della sicurezza con la propria divisa come molti si aspettavano, ma soprattutto mediatori camaleontici, in grado di raccogliere le problematiche dei cittadini e promuovere un modello di condivisione sostenibile, attraverso la cura, il decoro e l’uso degli spazi pubblici. “Conoscere bene il territorio in ogni sua sfaccettatura. È questo – mi confessa Moreno – il vero segreto per essere dei buoni portieri di un quartiere”.
I portieri senior sono stati affiancati a partire da gennaio 2021 anche da dieci portieri junior, con l’intento di riattivare le risorse e le potenzialità della comunità, ma anche con la prospettiva di aprire una startup che opererà nel quartiere rispondendo alle necessità della cittadinanza.
Trattandosi di un progetto di comunità, in piena pandemia le attività sono state totalmente ricalibrate e a partire da giugno 2020 è stata realizzata una mappatura sociale del territorio per conoscerne le varie zone e individuare i bisogni concreti a cui dare delle risposte. Date le molteplici diversità anche a livello urbanistico, si è deciso di suddividere il quartiere in tre zone: una parte alta, che si estende da Parco della Pescaia fino a piazza del Bacio, una parte centrale, da piazza del Bacio fino a via del Macello, e una parte bassa che si estende fino a Parco Vittime delle Foibe. I portieri si dedicano al servizio di front-office territoriale e di monitoraggio nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì, rispettivamente a piazza del Bacio, via Diaz e via Bellocchio, quest’ultime due molto più frequentate in confronto alla prima, che risulta una zona meno residenziale e più di servizi. Sono stati attivati inoltre un numero verde (800 689 882) e un numero whatsapp (348 1230882) dal lunedì al sabato per poter segnalare problematiche o necessità sorte.
Durante la passeggiata i portieri mi fanno notare la forte presenza nel quartiere di aree verdi, molte delle quali ancora in fase di riqualificazione, e in particolare come siano punto di ritrovo di tanti ragazzi, che riscoprono pian piano la bellezza della socialità, ma anche di tanti bimbi con i propri genitori e anziani seduti sulle panchine che con occhi attenti osservano ciò che li circonda.
Tra le diverse attività di rigenerazione urbana troviamo, ad esempio, la sistemazione di un’area giochi per bambini nell’area verde di via Armando Diaz, riqualificata grazie al bando periferie di Agenda Urbana. Nella zona sono stati sistemati anche i campi di basket e di calcetto, quest’ultimo tuttavia recintato dal Comune e accessibile dunque solo in alcune fasce orarie. I portieri hanno così chiesto di poter avere le chiavi e gestire il campo, rispondendo a un bisogno concreto della cittadinanza. Durante il periodo estivo l’area verde si è trasformata inoltre in uno spazio versatile e ideale per forme di arte autonoma, grazie all’iniziativa di Cantieri Creativi, con lo scopo di sperimentare forme di partecipazione attiva e coinvolgimento diretto della cittadinanza.
La partecipazione attiva della comunità si realizza anche attraverso attività laboratoriali, nello specifico ben 50 laboratori partiti nel periodo estivo scorso, non calati dall’alto ma rispondenti ai bisogni della cittadinanza, e quindi ideati e realizzati insieme ai residenti del quartiere. A occuparsi dei laboratori è Asad, cooperativa sociale che lavora in sinergia come un’unica equipe insieme ai portieri. Tra i vari laboratori già svolti grande successo hanno riscosso Fuori come i balconi, contest di primavera per rigenerare il proprio balcone con circa 150 iscrizioni e replicato anche in altre zone della città, e il laboratorio di carnevale E tu di cosa ti vesti?, per far vivere ai bambini l’atmosfera carnevalesca anche da casa.
La strada è ancora lunga ma il progetto, che si concluderà a dicembre 2021, avrà una sua continuità con i portieri junior, e con i nuovi portieri previsti dal progetto Agenda Urbana del Comune di Perugia, i quali verranno scelti direttamente dalle comunità di riferimento e non più dalle cooperative, portando avanti l’operato anche grazie al lavoro di mappatura svolto dagli attuali portieri.