Madri, bambini e soggetti fragili. L’impegno di Arci per i profughi ucraini

L’associazione gestisce le strutture abitative e una portineria di orientamento a Sant’Erminio

Ad oltre un mese dall’inizio della guerra più di due milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina cercando asilo nei Paesi europei e sono stati molti i canali di solidarietà attivati per rispondere all’emergente crisi umanitaria.

Il lavoro delle istituzioni, come quello di accoglienza straordinaria coordinata dalle Prefetture, è quotidianamente legato a quello dei comitati e delle associazioni di volontariato, che forniscono il loro sostegno operativo, capillarmente gestito a livello regionale. In Umbria troviamo in prima linea il comitato di Arci Perugia, Caritas, Croce Rossa e Protezione civile, che insieme collaborano a stretto contatto per fornire servizi di accoglienza legati all’emergenza.

Abbiamo incontrato Barbara Pilati, responsabile del settore immigrazione del comitato provinciale Arci Perugia. “Mentre, in un primo momento – spiega – sono arrivate in maniera autonoma persone che avevano già dei contatti diretti nel territorio, contando sull’ospitalità di chi vive stabilmente qui, ora stanno aumentando i casi in cui è necessario attivare servizi di accoglienza anche di tipo abitativo. Oltre ai centri già a disposizione sul territorio, possiamo contare sul sostegno attivo di privati che ci hanno dato disponibilità all’uso gratuito dei loro immobili, dislocati in varie zone della città, dove stiamo trasferendo le persone che non hanno nessuno a cui fare riferimento”.

Coordinare gli interventi e le azioni territoriali è un lavoro che si intensifica giornalmente e ha bisogno di una riprogrammazione costante a seconda dell’intensità del flusso migratorio. È quindi necessaria l’attivazione anche di reti informali e secondarie, come la partecipazione dei cittadini che trasversalmente permette di sostenere al meglio l’emergenza.

Tra i vari servizi attivati troviamo la Portineria di Monteluce-Sant’Erminio, uno spazio di orientamento e informazione gestito dal comitato territoriale Arci e sviluppato nell’ambito del bando della Regione Umbria “Azioni innovative di welfare territoriale”. Situato in via Eugubina 48/O, lo sportello rimane un punto di riferimento su due fronti, ovvero fornendo informazioni utili ai profughi ucraini sui servizi presenti (anagrafe sanitaria, Cup, servizi sociali) e procedure legali, ma anche delucidazioni su procedure e i contatti sulla gestione dell’accoglienza per chi si rende disponibile a ospitare.

“Da noi arrivano soprattutto nuclei monogenitoriali, in prevalenza donne e bambini, che sono spesso spaesati, spaventati e necessitano di servizi specifici, come ad esempio la mediazione linguistica e l’orientamento ai servizi che cerchiamo di fornire a tutti in tempi brevi”.

Di certo, viene posta una particolare attenzione ai soggetti vulnerabili, come dimostra anche l’intervento che nelle scorse settimane ha visto la Croce Rossa Italiana impegnata a far evacuare con mezzi propri, da varie zone dell’Ucraina come Lutsk, Kharhiv fino a Kiev, ottanta persone con diverse tipologie di fragilità, di cui sessanta sono state accolte dalla rete Arci in collaborazione con diversi Comuni.

“L’intervento su scala nazionale – afferma Barbara Pilati – ha interessato anche la nostra regione: otto soggetti fragili sono infatti arrivati nel Perugino a fine marzo. In questo contesto il comitato Arci sta gestendo in toto l’accoglienza, fornendo loro cura e assistenza, ma soprattutto anche una soluzione abitativa adeguata alle loro necessità specifiche”.

A livello nazionale Arci e Arcs stanno collaborando, insieme a circoli e comitati, con le organizzazioni attive in Ucraina e Polonia, per raccogliere beni di prima necessità e fondi attraverso la campagna “In fuga dall’Ucraina”.

Grazie alle donazioni la campagna si pone anche l’obiettivo di sviluppare al meglio la rete di accoglienza, favorendo l’arrivo in Italia di chi fugge in modo sicuro ed organizzato.

Articolo di Ilaria Montanucci