Profughi e salute. Tamponi, vaccini e assistenza di base a Perugia

Con il codice Stp rilasciato a piazzale Europa a chi scappa dalla guerra sono garantiti i servizi sanitari essenziali

A un mese dall’inizio della guerra in Ucraina abbiamo deciso di capire e testimoniare l’organizzazione dell’accoglienza sanitaria dei tanti profughi arrivati a Perugia e per farlo ci siamo rivolti ad Alfredo Notargiacomo, direttore del Distretto del Perugino con sede in via dei Filosofi a Perugia.

Affrontare una situazione emergenziale come quella di una migrazione improvvisa non è semplice soprattutto nella fase iniziale quando i flussi di persone si dimostrano eterogenei sia da un punto di vista delle tempistiche che da un punto di vista della tracciabilità. Di conseguenza poter delineare un quadro chiaro dei numeri delle persone arrivate sembra essere complicato a causa della non obbligatorietà della vaccinazione Covid e dal fatto che sono molte quelle che arrivano da sole, improvvisando e rimediando ospitalità di parenti e amici già presenti in città, eludendo il sostegno di onlus e organizzazioni che garantirebbero un tracciamento certo.

Nonostante la complessità della situazione i diversi servizi sanitari messi a disposizione dei migranti fungono da poli di intercettazione dei relativi flussi di arrivo e si dimostrano utili per una relativa profilazione: attualmente sono il drive though di Pian di Massiano, il punto vaccinale Covid di Castel del Piano (che va a sostituire i precedenti di Solomeo e San Marco), l’ufficio Anagrafe del centro sanitario di Piazzale Europa e i Centri Salute della città.

Il drive through di Pian di Massiano è senza dubbio il primo presidio per effettuare i tamponi covid in cui i flussi di persone arrivano principalmente in due modalità: spontaneamente o sollecitati da altri presidi istituzionali quali Questura o Prefettura. Questi ultimi sono i luoghi in cui i cittadini ucraini devono presentarsi per richiedere un alloggio nel sistema di accoglienza straordinaria (Cas) oppure nel caso in cui siano ospitati da altre persone, che entro le quarantotto ore dal loro arrivo devono recarvisi per formalizzare l’apposita dichiarazione di ospitalità.

Come abbiamo detto per molti ucraini non sempre lo step successivo è la vaccinazione ma nei casi in cui si verifica a disposizione c’è il centro di erogazione vaccinale di Castel del Piano, in via Strozzacapponi, che ha iniziato la sua attività lunedì ventotto marzo, prevedendo i seguenti orari: lunedì, mercoledì e venerdì mattina dalle otto alle tredici e dalle quattordici alle diciannove. Il martedì e il sabato sarà aperto solo di pomeriggio sempre dalle quattordici alle diciannove. Dal mese di aprile il giovedì pomeriggio saranno effettuale esclusivamente le vaccinazioni in età pediatrica.

A garantire la sicurezza delle prestazioni sanitarie generali ed essenziali dei profughi ucraini è il codice STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) che viene rilasciato loro presso gli sportelli Anagrafe del poliambulatorio di Piazzale Europa. Coloro che ne saranno muniti potranno recarsi nei Centri Salute territoriali e avvalersi di cure e assistenza di medici generali e di pediatri per i bambini, fino ai diciotto anni.

Per ora si assiste a un atteggiamento abbastanza ostico nei confronti delle vaccinazioni Covid da parte della popolazione ucraina arrivata in città e i tamponi si aggirano intorno a una media di cinquanta al giorno. Un forte aiuto nel raccomandare o sollecitare l’importanza del vaccino è dato dalle varie associazioni di volontariato e dalle istituzioni scolastiche che stanno accogliendo i bambini ucraini, coadiuvate da interpreti volontari del progetto Civis (Cultura Impegno e Volontariato per l’Innovazione sociale) con il quale il Distretto del Perugino collabora.

Articolo di Marta Poli