Quando coprogettate, fateci caso

Sono arrivati i tre nuovi portieri di quartiere di Agenda Urbana

Quando coprogettate, fateci caso. È questo il fulcro della riflessione sul lavoro di comunità dell’Intervento Tre all’interno del progetto Agenda Urbana che mi sento di condividere, per parafrasare un bellissimo libro di Kurt Vonnegut, diventato oltretutto nel suo titolo una espressione più che mai nota: Quando siete felici, fateci caso. Abbiamo portato in questi mesi in tutti i territori di riferimento della nostra azione il tema dell’amministrazione condivisa, dei beni comuni, dei patti di collaborazione e abbiamo costruito una cornice e un contesto in cui inserire questi concetti. Un framework fatto di analisi e lettura dei bisogni dei territori, di costruzioni di reti e alleanze e di portierato di quartiere, anzi di portierati di quartiere.

I quattro Portieri di quartiere sono ormai attivi da qualche settimana come frutto di un percorso partecipato che ha portato a una scelta mirata e condivisa da parte della cittadinanza. Aziz, come sappiamo, si sta già occupando dell’area di Ponte della Pietra, ma oggi insieme a lui troviamo anche Giulio, Costanza e Silvia che in questi mesi vivranno e conosceranno i nostri luoghi, incontreranno le persone che li abitano e getteranno le basi per un lavoro comune di lettura, condivisione e coprogettazione, in una nuova esperienza di comunità fitta di relazioni e di umanità vissuta. Costanza e Giulio saranno attivi nella zona di Sant’Anna, che corrisponde nello specifico a via Birago, via dei Filosofi e via della Pallotta. Sempre Giulio insieme a Silvia, invece, saranno il punto di riferimento per i bisogni e le problematiche dei quartieri di Madonna Alta e Fontivegge.

Sicuramente quello dell’attivazione dei portierati di quartiere, insieme a tutto il lavoro di Agenda Urbana, è parte di un percorso che deve declinarsi attraverso un processo, con obiettivi a medio e lungo termine, di sensibilizzazione, formazione e coinvolgimento di quanti più attori possibile. Un’ulteriore certezza è poi rappresentata dal tema della coprogettazione, lo strumento attraverso cui le regole e la creatività si incontrano e anche il momento in cui istituzioni e cittadini si confrontano. Infatti è sempre più evidente nella pratica quotidiana, e nel nostro lavoro di comunità più che mai, quanto un’efficace coprogettazione determini il successo o meno di un percorso progettuale (compreso quello dei patti di collaborazione). Dare forma in questo modo alle relazioni si traduce in un reciproco riconoscimento e legittimazione a condividere soluzioni che promuovano un miglioramento della qualità della vita.

Guidati dall’idea che “il tuo problema diventa anche il mio e ne usciamo insieme” come uno dei valori più alti delle politiche e dell’agire sociale oggi, abbiamo la consapevolezza di riuscire a dare risposte collettive a bisogni individuali. È ora di ricordarsi che l’eccellenza nel lavoro di comunità e dunque nelle prassi di coprogettazione è anche questo: fissare un obiettivo, stabilire il percorso per raggiungerlo e, la parte più importante di tutte, soffermarsi un attimo a celebrare la felicità di aver raggiunto il proprio scopo.

Articolo di Stefano Santaniello

Foto di Francesca Boccabella