Parchi, libri e farfalle

Parchi, libri e farfalle

Tutto è nato su Facebook. Come una social street, ma nei nostri paesi e nei nostri quartieri

In un’estate calda come quella trascorsa succedono cose che sfuggono al raziocinio. Per non si capisce quale fenomeno carsico è accaduto che alcune persone in diversi punti del Paese, in diversi paesi della regione e in diverse regioni della città, abbiano iniziato a darsi strani appuntamenti.

Sulle bacheche Facebook di anonime associazioni e privati cittadini sono apparsi messaggi che proponevano incontri e iniziative:
«Ci vediamo al parco per leggere un libro?».
«Ci incontriamo al parco per un pic-nic?».
«Cosa ne dici di un aperitivo all’anfiteatro?».
«Facciamo giocare i bambini sotto ai portici?».
«Chi viene a piantare e annaffiare i fiori?».
«Facciamo volare gli aquiloni?».
«Al bar del centro alle 21?».
«Passiamo una notte sotto le stelle?».

Nessuno se ne sarebbe accorto se, pur in assenza di invitati precisi, centinaia di anonime dita non avessero cliccato sui pulsanti “mi piace” e “condividi”. È così successo che sul far del tramonto, all’ora e nel posto convenuto, si radunassero bambini, adulti, libri e altri personaggi più o meno convenzionali. La cosa veramente incredibile è stata scoprire che agli appuntamenti si presentavano proprio le persone invitate, mai un intruso o qualche indesiderato.

Per il vero il trucco c’era… gli invitati erano molto precisi anche se al momento dell’invito non avevano ancora un nome. Dare un nome a tutte quelle persone non è stato sempre facile e spesso non è stato proprio possibile ma un nome lo avevano tutti anche se sarebbe stato scoperto solo negli incontri successivi. Gli incontri si sono poi susseguiti, moltiplicati e diversificati sull’onda di esperienze che arrivano da lontano ma che trovano poi concretezza nei quartieri, nelle vie e nei parchi.

Piccolissimi investimenti individuali o di piccoli gruppi stanno dando il via a esperienze collettive importanti e atipiche per la storia del nostro Paese. Forse sono gruppi che si ritrovano su basi non identitarie ma geografiche in senso stretto, una vera rivoluzione di senso e prospettiva, quasi il tentativo di ripartire a ragionare sul noi, sullo spazio pubblico e sui rapporti sociali e politici. Forse, più semplicemente, si tratta solo di persone belle che si sono incontrate per magia lasciando un invito in bianco dentro a una bottiglia colorata.

Testo di Max Calesini