Ripartire dalle fonti

Un altro percorso partecipativo per nuovi beni comuni da valorizzare

I quartieri ai margini sono stati per molti anni frutto di un’attenzione critica da parte della cronaca locale ma ad oggi credo che si possa dire che qualcosa sta cambiando. In queste settimane si stanno svolgendo nella zona delle Fonti – via della Pallotta, via di Filosofi e via Fonti Coperte – dei laboratori di comunità per la gestione condivisa dei beni comuni che coinvolgono il tessuto associativo e la cittadinanza, attivando delle nuove risorse per il territorio. L’intervento 3 di Agenda Urbana 21 lavora sulla riqualificazione dei beni comuni urbani per sviluppare dei Patti di Collaborazione, occupandosi anche di mediare l’individuazione della figura del Portiere di quartiere. In percorsi come questo si cerca gradualmente di cambiare un paradigma radicato, attraverso una serie di attività e sperimentazioni che possiamo definire sicuramente innovativi.  Così anche la scelta della modalità online per lo svolgimento dei laboratori aperti alla cittadinanza è una risposta funzionale alla necessità di rispettare le misure di sicurezza vigenti ma, allo stesso tempo, si presenta come strumento nuovo, in grado di aprire diversi scenari possibili, fatti di momenti di partecipazione che possono creare contatto a prescindere dallo spazio fisico.

La cooperativa Borgorete sta svolgendo il coordinamento come capofila, mentre Labsus è uno dei principali partner; il confronto si è svolto tra i rappresentanti delle associazioni di quartiere, come Cap 06124, già molto attiva nel territorio, l’aps Filosofi…amo, MenteGlocale, e altri abitanti interessati all’iniziativa, tra i quali anche don Luca De Lunghi, attuale parroco di via Birago. I laboratori svolti da remoto hanno generato un’indagine conoscitiva del territorio attraverso la metodologia Word cafè, già da tempo usata nella pianificazione strategica partecipata, che usa il lavoro in piccoli gruppi per far emergere informazioni utili, condivisioni e relazioni partendo dal principio dello sviluppo incrociato delle idee. Così, nella prima fase tutti i soggetti coinvolti hanno avuto modo di dare il proprio contributo esprimendo un parere sui principali beni comuni su cui intervenire; questo ha portato indirettamente a canalizzare i bisogni di molti abitanti, partendo dalle loro esperienze dirette.

La seconda sessione dei laboratori, svoltasi lo scorso 26 gennaio, ha distillato le idee iniziali partendo da una votazione online sui beni comuni individuati, volta a restringere il campo e sollecitare un’analisi sulla fattibilità delle varie opzioni. Si evince che molti spazi un tempo adibiti alla socialità, ad oggi, siano stati dismessi o necessitino di ristrutturazione, come ad esempio il parco Sant’Anna, il circolo che era al suo interno, o anche l’edicola di via Birago; la richiesta principale della cittadinanza è quella di avere nuovamente dei luoghi fisici d’incontro e di aggregazione. I laboratori culmineranno con l’individuazione del Portiere di quartiere, che molto probabilmente diverrà già operativo entro il mese di febbraio.

Articolo di Ilaria Montanucci

Foto di Eleonora Proietti Costa e Francesca Boccabella