I marinai di Rinoceronte teatro

La compagnia è nata nel 2009. Il suo laboratorio di lettura espressiva è partito a ottobre. Sia online che in presenza

Rinoceronte teatro, fondato nel 2009, organizza da allora corsi di cultura teatrale e recitazione, e quest’anno è entrato a far parte del progetto di Agenda Urbana. Gianluca Iadecola, che ne è presidente, ha per la prima volta approcciato il teatro da allievo nel 1998, quando era ancora uno studente di Medicina Veterinaria: “Per me il teatro è ipervita. Una volta entrato in quella dimensione sapevo di non poter tornare più indietro. Per me il valore più grande è negli incontri che ho fatto grazie alle esperienze formative, da allievo e da pedagogo”.

Dopo la pausa forzata dall’emergenza pandemica, la compagnia ha ripreso le proprie attività, lanciando un laboratorio di lettura espressiva che ha avuto inizio a ottobre: “È stata un’emozione rientrare in sala dopo questa lunga traversata del deserto imposta dal Covid. Abbiamo resistito, e con noi tutte quelle persone, tante, che nonostante la distanza e l’imposizione di nuovi mezzi, come quelli digitali, hanno dimostrato di avere desiderio di condivisione rispetto a ciò che ci identifica quali esseri umani: le emozioni e la memoria”.

Gianluca è sia attore che regista, ma dice di essere stato da subito interessato alla pedagogia della condivisione: “Quando sei sul palco e incontri il pubblico sai che si tratta di uno scambio occasionale, che potrebbe non ripetersi mai più. Il rapporto con gli allievi, invece, è continuativo, profondo. Io conduco la mia esperienza scenica su entrambi questi binari”.

Il corso di lettura espressiva si svolge il venerdì secondo due modalità: fisicamente, nello spazio di via della Sposa, e online sulla piattaforma Google Meet. “Un mezzo – spiega Gianluca – che si è rivelato utile per tutti coloro che vogliono seguire il corso da ogni parte d’Italia. È naturale che il laboratorio online non viene strutturato allo stesso modo di un incontro in presenza, ma la conoscenza degli strumenti offerti dal digitale permette di lavorare su altre corde, altrettanto interessanti e stimolanti, pur senza passare attraverso la fisicità”.

I partecipanti del laboratorio vengono invitati a portare dei testi di genere differente, dai saggi fino alla poesia, dal racconto postmoderno alle laudi medievali. Questo impone loro un tempo di ricerca a cui si aggiunge lo studio delle tecniche di recitazione del brano: “Quando dai voce a un personaggio, devi prima attingere al tuo pozzo esperienziale. È un viaggio che non può che partire da te stesso. L’allegria del protagonista che interpreti deriva dalla declinazione, tua, personale, di quella emozione”.  Rinoceronte Teatro si muove anche nella direzione del sociale: “Una voce del nostro statuto fa riferimento al desiderio di dialogare con ogni tipo di diversità. Nel nostro lavoro con le comunità di minori, così come con i soggetti disabili o con coloro che sono affetti da tossicodipendenze, abbiamo sempre molto più ricevuto e imparato, che trasmesso. Attraverso i corsi con cui abbiamo coinvolto gli anziani, per esempio, abbiamo scoperto che il teatro è anche un mezzo importante per abbattere le solitudini e ritrovare la socialità. I laboratori seguiti anche da persone con disabilità, poi, ci hanno mostrato quanto possa essere limpido e generoso l’accesso al gioco teatrale”.

E l’ascoltatore, quale posizione deve assumere durante uno spettacolo di lettura espressiva? Secondo Gianluca un incontro fortunato è quello con un pubblico che è sia emittente che ricevente, che è disposto ad accendere la propria costellazione emotiva: Beckett affermava che si deve immaginare il teatro come una nave colta da una tempesta, su cui lottano dei marinai, mentre il pubblico, avvinto dalla pena e allo stesso tempo ispirato, sosta sulla terraferma e spera che i malcapitati possano salvarsi.  Secondo Gianluca, dunque, è la relazione a costituire il marchio distintivo del teatro: “È impossibile nascondersi, quando si fa teatro. Anche quando ci provi, è inevitabile il palesamento, e per questo i rapporti che costruisci in teatro non li ritrovi nella vita di tutti i giorni. Tutto questo viene fatto mettendosi intimamente in gioco con gli altri”.