Droga. Dalla teoria al confronto
Partono i laboratori del progetto formativo del Protocollo d’intesa sulle dipendenzeAdesso viene il bello. Comunicare, condividere, partecipare è arrivato al giro di boa. Chi ci segue sa di cosa stiamo parlando: si tratta di un ciclo di seminari e laboratori organizzato dal Protocollo d’intesa sulle dipendenze costituito dalle maggiori istituzioni regionali. Noi di «Luoghi Comuni» ne siamo, con grande piacere, media-partner, e abbiamo cominciato a raccontarlo già dal numero di febbraio. Giro di boa, dicevamo, perché mercoledì 25 marzo si è svolto l’ultimo dei tre seminari in programma, e intorno alla metà di aprile prenderà il via il primo dei cinque laboratori. Questo è il tempo di un primo bilancio, quindi, e il momento di prepararsi alla fase più interattiva, quella che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe dare frutti concreti e strumenti di lavoro da utilizzare in futuro.
Nei tre seminari si è messa moltissima carne al fuoco. Sono intervenuti sociologi, psichiatri, antropologi, operatori sociali e sanitari, giornalisti, esponenti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, insegnanti, rappresentanti del mondo dell’associazionismo. A tutti è stato chiesto di portare il proprio contributo per comporre un quadro il più possibile esaustivo del fenomeno delle dipendenze in Italia e in Umbria. Sono stati esposti risultati di indagini scientifiche e resoconti fondati sull’esperienza, sono stati sottolineati i punti di maggiore criticità riscontrati dai vari soggetti. Qualcuno si è avvicinato al progetto con una certa diffidenza, qualcun altro ci si è buttato a capofitto fin da subito, come sempre in questi casi. Ma al termine della prima fase dei lavori sembra di poter dire che tra i partecipanti si sia raggiunto un grado di convinzione e di consapevolezza più che buono. La platea è formata da gente che opera negli stessi contesti e nelle stesse realtà di chi si è ritrovato a parlare da dietro un microfono. Lo spirito d’altronde è questo: far comunicare tra loro tutte le parti, per cercare di guadagnare una prospettiva non necessariamente comune ma quanto meno più completa sul famigerato tema della droga e delle dipendenze in generale.
L’avvicinamento alla seconda fase avviene quindi sotto buoni auspici. I laboratori saranno il vero banco di prova, per tutti. Adesso, dopo molta teoria e molto ascolto, è il momento di dedicarsi al confronto diretto, al contatto, alla dialettica spicciola. Trovare un linguaggio praticabile e comprensibile da tutti sarà la prima delle prossime sfide. Poi, dal dialogo, dall’intreccio di idee, scaturirà, si spera, un armamentario in grado di facilitare il lavoro sul campo a ogni interlocutore. Immaginatevi un carabiniere e un operatore dell’unità di strada, o un insegnante e un giornalista. Immaginateveli seduti a uno stesso tavolo, pronti a porsi domande, esporre critiche, magari anche a scagnarare un po’. Poco male, anzi meglio. L’importante è che alla fine dei laboratori ci si riesca a intendere, e si torni a casa con un bagaglio di conoscenze e spunti più ricco. Questa fase finirà a maggio, ma il percorso non si interromperà lì. Arriverà presto un momento per valutare i risultati e cercare di mettere a sistema tutte le risorse emerse. È lecito immaginare modelli d’azione da costruire insieme, e da proporre come linee guida di riferimento.
Da parte nostra, noi di «Luoghi Comuni» ci daremo da fare in molteplici modi. Continueremo il nostro racconto sul giornale almeno fino a luglio, innanzitutto. Poi daremo conto dei seminari, con una serie di dispense scritte, in questo sito. Quindi produrremmo delle pillole video in cui daremo spazio ad alcuni rappresentanti significativi pescati nel novero dei soggetti coinvolti nel progetto. Infine, un po’ più in là, realizzeremo anche un piccolo documentario. Per quanto riguarda il programma completo dei laboratori, potere far riferimento sempre al nostro sito. Lì troverete tutto.
Testo di Giovanni Dozzini