Protocollo d’Intesa

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Protocollo d'intesa sulle dipendenze

I SOGGETTI CHE ADERISCONO
  • Prefettura di Perugia
  • Regione Umbria
  • Comune di Perugia
  • Provincia di Perugia
  • Questura di Perugia
  • Comando Provinciale Carabinieri
  • Comando Provinciale Guardia di finanza
  • Ufficio scolastico Regionale dell’Umbria
  • Ufficio servizio sociale minori dell’Umbria azienda USL n. 1
  • Università degli studi di Perugia
  • Università per stranieri di Perugia
  • Agenzia per il diritto allo studio universitario dell’Umbria
  • Arcidiocesi di Perugia – Città della pieve
INTRODUZIONE AL PROTOCOLLO

I soggetti che intervengono al presente atto e lo sottoscrivono, d’ora in avanti sinteticamente indicati come “le Parti”,

PREMESSO che:

  • le problematiche relative alla commercializzazione ed al consumo di sostanze stupefacenti a Perugia, e principalmente nel centro storico, sono ormai da tempo percepite anche mediaticamente come una emergenza sociale e criminale della città, essendo non solo fonte di insicurezza e allarme nella popolazione residente ma, allo stesso tempo, segnale di un disagio più profondo e potenzialmente disgregante;
  • il fenomeno presenta inoltre, in misura sempre maggiore, un’evidente correlazione con la crescente tendenza al consumo di alcol da parte dei giovani fra i quali si vanno diffondendo stili di consumo ed abuso dai costi sociali e sanitari rilevanti;

VISTO l’art. 2 del “Patto per Perugia sicura” sottoscritto il 14 gennaio 2011 fra la Prefettura, la Regione, il Comune e la Provincia, che, nell’indicare il contrasto delle attività illecite connesse al traffico di sostanze stupefacenti quale area di intervento prioritario a cui indirizzare le attività operative, precisa che tali attività devono essere orientate a soddisfare le istanze di sicurezza di coloro i quali, italiani e stranieri, soggiornano regolarmente nel territorio, anche attraverso iniziative che concorrano a prevenire situazioni di disagio sociale, con particolare riguardo ai giovani e alle fasce deboli;

PRESO ATTO che le Istituzioni locali, consapevoli dell’impatto delle suddette problematiche sulla qualità della convivenza, sulla sicurezza delle persone e sul benessere della collettività, hanno da tempo intrapreso specifiche iniziative finalizzate al contenimento dei costi sociali e sanitari del fenomeno, alla riduzione delle aree di disagio, marginalità ed esclusione sociale, alla promozione della salute, alla prevenzione degli stili di vita e di consumo a rischio, nonché al contrasto delle illegalità connesse all’assunzione di sostanze psicoattive;

PRESO ATTO, in particolare, che:

  • nel Piano Sanitario Regionale (PSR) 2009–2011, ha inserito l’area delle dipendenze fra le priorità della programmazione regionale attribuendo un rilievo sostanziale alla strutturazione di un idoneo sistema regionale di osservazione dei fenomeni connessi all’abuso di sostanze psicoattive;
  • ha promosso il progetto regionale “Il sistema della prossimità nei confronti dell’abuso di sostanze e delle dipendenze. Sperimentazione di assetti organizzativi ed approcci metodologici innovativi, per la prevenzione della mortalità per overdose e dei rischi connessi al policonsumo”;
  • ha aderito al progetto nazionale NIOD, del Dipartimento Politiche Antidroga, finalizzato alla strutturazione di osservatori regionali secondo le linee guida dell’Osservatorio Europeo sulle Droghe e le Tossicodipendenze (OEDT), attivando nell’ambito di detto progetto il Laboratorio Formativo “Epidemiologia delle dipendenze” rivolto agli operatori dei servizi sanitari e delle diverse istituzioni e realtà operative coinvolte nelle attività di monitoraggio epidemiologico rispetto ai temi specifici selezionati;
  • ha promosso una attività di “Formazione Regionale sul tema della devianza minorile – con particolare attenzione nei confronti dei minorenni con problematiche di salute mentale e tossicodipendenza (in situazione di “attenzione clinica”) sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria”;
  • ha adottato la DGR n° 973 del 30/07/2012, recante “Progetto per la gestione coordinata ed integrata delle prestazioni e dei servizi per l’assistenza ai minori con provvedimenti dell’autorità giudiziaria”, attraverso la quale, adempiendo al mandato previsto dal D.P.C.M 1 aprile 2008, si persegue una strategia volta a incrementare la sinergia tra i Servizi di giustizia minorile, le istituzioni e quegli enti preposti , a vario titolo, all’attivazione di interventi di carattere rieducativo, terapeutico e responsabilizzante rivolti ai minorenni autori di reato che versino in una situazione definibile come di “attenzione clinica”

nell’ambito delle Linee Programmatiche n. 2 – PERUGIA CITTA’ SICURA e n. 6 – PERUGIA CITTA’ INCLUSIVA E DELLA CULTURA DELLE PARI OPPORTUNITA’, sta sviluppando specifici e differenziati programmi articolati lungo tre livelli d’azione strategica che riguardano, in particolare, la vivibilità e sicurezza urbana, le politiche sociali e le politiche giovanili.

VIVIBILITÀ E SICUREZZA URBANA sono in corso di realizzazione i seguenti progetti:

  • Perugia Si Cura: azioni mirate per la sicurezza”: proposta presentata a valere sul bando regionale per il finanziamento di progetti volti a migliorare la sicurezza delle comunità locali, ai sensi della L.R. 13/2008 – Annualità 2011/2012. Il progetto è stato co-finanziato dalla Regione Umbria e consiste in interventi di controllo del territorio, attraverso una maggiore presenza della Polizia Municipale e un potenziamento del sistema di video-sorveglianza, in azioni di prevenzione selettiva sui giovani in stato di disagio e/o in situazioni a rischio nella zona del centro storico, in interventi di riduzione del danno e prima assistenza e in progetti di integrazione socio-lavorativa;
  • Sicurezza Stradale: un bene di tutti”: progetto finanziato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, riconducibile nell’ambito del “Progetto Quadro NNIDAC – Network Nazionale per la prevenzione degli incidenti stradali droga e alcol correlati”. Il progetto prevede un’azione di controllo su strada effettuata da presidi interforze (Polizia Municipale – Polizia Stradale – Carabinieri), dal personale medico dell’Ufficio Sanitario della Questura e dal personale infermieristico della Struttura Ospedaliera del 118 di Perugia; i controlli vengono effettuati in orario notturno e nei week-end. A questa azione di controllo, si andrà ad affiancare un’azione di informazione/educazione rivolta ai giovani tra i 14 e i 19 anni sia sui danni alla salute legati all’uso e abuso di alcol e sostanze stupefacenti, sia sui rischi e sulle sanzioni previste dal Codice della Strada per chi si mette alla guida di un veicolo dopo aver assunto alcol o sostanze stupefacenti.
  • Share my European city (SME-city): progetto comunitario presentato a valere sul bando “Prevention of and fight against crime 2007-2013 – Action grants 2011”, selezionato e finanziato da uno dei principali programmi europei di prevenzione e di lotta contro il crimine “ISEC Programme”. Esso si propone come finalità generale la prevenzione della criminalità urbana, con particolare attenzione alla criminalità giovanile, attraverso la realizzazione di un partenariato transnazionale tra enti pubblici, enti privati e privato sociale. L’obiettivo principale è lo sviluppo di strumenti operativi che possano portare alla sperimentazione di una nuova metodologia replicabile nei vari contesti nazionali. Il progetto mira alla riduzione dei reati nelle aree urbane e nello specifico alla riduzione dei reati minori legati all’assunzione di alcol e al consumo di sostanze stupefacenti, attraverso il miglioramento e la sperimentazione di azioni di mediazione sociale.

POLITICHE SOCIALI prevedono, in particolare, in questo ambito:

  • la promozione e realizzazione di azioni di consulenza e sostegno alla famiglia e alla sua funzione educativa e di protezione sociale e tutela dei bambini/e ragazzi/e in modo da valorizzare, da una parte, la famiglia come luogo di relazioni significative, riconoscendola come risorsa sociale e della comunità, e, dall’altra, potenziare le azioni di protezione sociale volte a sostenere i percorsi di crescita dei minori che vivono in condizioni di disagio, prevedendo, in un’ottica di empowerment delle competenze genitoriali, l’articolazione di progetti personalizzati di aiuto e sostegno tesi ad integrare le risorse familiari esistenti;
  • la disponibilità di una rete di servizi educativi – domiciliari, residenziali e semiresidenziali e di pronto intervento sociale – volti, da una parte, a sostenere sia i bambini/e e ragazzi/e che esprimono disagi nei loro percorsi di crescita che le famiglie portatrici di difficoltà e criticità di diversa intensità e, dall’altra, a fronteggiare situazioni di emergenza nelle quali il minore si trova in condizioni di evidente privazione, abbandono, sfruttamento, maltrattamento e abuso, in maniera da garantire, nell’intero arco delle ventiquattro ore, interventi immediati a sua protezione;
  • la promozione di progetti di comunità finalizzati a sviluppare e sostenere relazioni e processi collaborativi o di partnership che permettano alle persone di concorrere attivamente alla soluzione di problemi comuni. In particolare, gli interventi, in questa fase, si sviluppano lungo due diverse direttrici che comprendono le azioni di educativa territoriale ed i laboratori di sostegno alla genitorialità;
  • attuazione di misure di inclusione sociale e contrasto alla povertà attraverso l’implementazione di servizi ed interventi di bassa soglia sociale, di accompagnamento al lavoro, di accoglienza abitativa.

POLITICHE GIOVANILI sono in corso di realizzazione i seguenti progetti:

  • nell’ambito del recupero alla socialità di aree del Centro Storico è aperto “Spazio Terra” dell’Informagiovani (P.zza del Melo – Trav. Via Pinturicchio) quale spazio di informazione ai giovani e luogo a disposizione di associazioni giovanili per attività socio-culturali. Nella stessa piazza è stato attivato un servizio gratuito di internet wi-fi con lo scopo di fare della piazza un presidio indiretto di vivibilità.
  • Centro Servizi Giovani (CSG) in Via Settevalli 11. Spazio di informazione e aggregazione rivolto ai giovani (14/30 anni) con interventi socio-educativi mirati a sotto-target specifici (adolescenti, giovani e famiglie straniere, giovani donne), attraverso il coinvolgimento e l’attivazione di percorsi individuali e di gruppo con metodologie peer to peer. Lo spazio costituisce un punto di riferimento territoriale ed agisce mediante una pluralità di attività integrate, anche laboratori ali, allo scopo di costruire un dialogo di rete con la cittadinanza. Parte dell’attività di staff inoltre prevede l’attivazione di percorsi di tutoraggio e di mentoring.
  • progetti territoriali di coinvolgimento dei giovani che favoriscono l’autonomia e la partecipazione mediante il sostegno ad associazioni giovanili per la gestione di Centri Giovani di quartiere.
  • progetti cittadini di valorizzazione della partecipazione giovanile che si fondono su percorsi e lavori di gruppo a valenza aggregativa, in collaborazione con altri soggetti ed istituzioni territoriali, pubbliche – come le scuole – e private – come cooperative sociali ed associazioni onlus – Sottosuolo Festival, Familing, Musica dalle Scuole.
  • progetti di sostegno alle idee creative di giovani (Bando Forme Creative) a livello locale, nazione ed europeo.
  • interventi di orientamento rivolti ai giovani tra i 13 e i 19 anni per la scelta del percorso formativo individuale (Progetto Sorprendo) allo scopo di far superare le “visioni limitate o stereotipate rispetto alle caratteristiche, condizioni di accessibilità e relativi sbocchi professionali dei percorsi di istruzione di tipo tecnico, professionale o scientifico”.

nel Distretto del Perugino, i Servizi per le Dipendenze e il Servizio Psicologico Giovani prestano attenzione particolare e forniscono risposte mirate per la fascia dei giovani adulti. Nell’ambito del DSM (Dipartimento Salute Mentale) è in atto un “Programma adolescenza” di cui alla Delibera del Direttore Generale n. 329 del 1.6.2011

L’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario nell’ambito del “Programma Attuativo anni 2011 e 2012” – art. 5 L.R. 28/03/2006, n. 6 (modificata e integrata dalle Leggi Regionali n. 4 del 05/03/2009 e n. 9 del 17/02/2010) – di cui al Decreto dell’Amministratore Unico n. 40 del 23/06/2011, approvato con D.G..R. n. 1642 del 22/12/2011, ha sviluppato, oltre ai tradizionali servizi abitativi e ristorativi, un insieme di azioni e progetti rivolti agli studenti universitari italiani e stranieri, atti a favorire l’integrazione degli stessi nella comunità locale e nel territorio, prevenendo e mitigando fenomeni di disagio, quali:

  1. tirocini formativi e di orientamento e collaborazioni a tempo parziale, con studenti laureandi e laureati, finalizzati a favorire la crescita professionale e l’inserimento nel mondo del lavoro;
  2. assistenza, consulenza e accompagnamento psicologico, nell’ambito del progetto denominato “Lo Zaino”, finalizzato al supporto e alla comprensione delle difficoltà degli studenti nel percorso di studio;
  3. ”servizio salute”, in collaborazione con ASL e AFAS, con l’obiettivo di favorire la cura della salute, il miglioramento della qualità della vita e il controllo dei disagi;
  4. ”Radiophonica.com”, quale strumento di comunicazione innovativa, con cui gli studenti possono esprimersi liberamente in tutte le forme della multicanalità;
  5. ”Giugno in arte”, rassegna d’arte varia tesa alla valorizzazione delle diverse sensibilità artistiche degli studenti;
  6. ”Unimusic live”, concorso musicale a premi, tra gruppi musicali formati da studenti universitari;
  7. ”Progetto SOS studenti”, tendente a promuovere la partecipazione degli studenti universitari, durante la permanenza nel territorio, a iniziative culturali, ricreative e sportive

L’ufficio scolastico regionale per l’Umbria nell’ambito delle azioni previste dalla programmazione annuale di coordinamento delle politiche scolastiche regionali, in coerenza con quanto indicato dalle direttive annuali, dai documenti programmatici e dalle Linee guida del MIUR, ha promosso alleanze interistituzionali e sostenuto presso le scuole, secondo l’età pedagogico-didattica degli alunni, azioni con la finalità di prevenire e contrastare comportamenti a rischio nella popolazione studentesca.

In particolare:

  1. per i destinatari dell’azione della scuola, cioè gli studenti
    1. la fascia infanzia-scuola primaria è stata caratterizzata da interventi preventivi sull’adozione di comportamenti e regole finalizzate, con lungimiranza, al benessere e al ben stare in ambienti formali, soprattutto creando sul territorio un servizio scolastico quale comunità di apprendimento; [esempio, progetto “Sviluppare a livello locale la promozione della salute”, del programma “Guadagnare Salute” della Regione dell’Umbria; progetto I CARE, del MIUR]
    2. la fascia secondaria di primo grado tramite accordi e convenzioni con Carabinieri, Guardia di Finanza e Associazioni di volontariato è stata caratterizzata da interventi mirati alla segnalazione di comportamenti a rischio e la presa in carico di una comune responsabilità di cittadinanza, al rispetto delle regole e alla comprensione storica e territoriale del fenomeno [esempio, progetti di Educazione stradale per il conseguimento del patentino di guida e la prevenzione di comportamenti a rischio];
    3. la fascia secondaria di secondo grado oltre al livello avanzato della comprensione di fenomeni sociali derivanti dall’uso di sostanze psicotrope, sono state avviate iniziative a carattere etico e sociale sulla legalità. Il progetto “Sport e doping, ruolo dell’alimentazione e dell’uso corretto e consapevole di farmaci e integratori”, per quanto riguarda lo Sport, incontri ciclici con l’Arma dei Carabinieri, la GDF e l’istituzione in alcune scuole dell’Umbria di un presidio di volontariato a cura del CESVOL.
  2. per gli operatori dell’azione della scuola, in particolare i dirigenti scolastici e i docenti, sono state attivate e poste in essere attività di formazione e conferenze di servizio con riflessioni sul tema;
  3. per i cittadini del territorio, a partire dai genitori, le scuole autonome hanno attivato canali di comunicazione dedicati alle problematiche inerenti al dilagare dell’uso di alcool e sostanze psicotrope da parte dei più giovani (per esempio l’Indagine sul consumo di sostanze psicotrope nelle scuole secondarie di secondo grado, anno 2012, realizzata dal DPA della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il MIUR).

Tenuto conto:

  • delle linee di tendenza dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, che rilancia nelle istituzioni scolastiche iniziative di formazione che aggiornino e rinforzino l’area dei saperi e dei valori, per una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri fin dall’età scolare, ma vuol anche essere strumento per la lotta e la prevenzione del disagio, delle devianze e delle delinquenze giovanili ed adulte (Legge 30 ottobre 2008, n. 169, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137.- CM n. 100 del 12 dicembre 2008)
  • di sensibilizzazione nel medio periodo delle tre fasce destinatarie del servizio scolastico;
  • dei bisogni manifestati dalle tre fasce di età che esigono interventi tarati di cura sul tema;
  • della presa in carico del fenomeno, con azioni di solidarietà;

si rafforza la strategia di stringere alleanze e usufruire del sistema di sussidiarietà orizzontale e verticale sul territorio, come attuato con l’istituzione, con decreto direttoriale n. 109 del 24 aprile 2007, dell’Osservatorio Permanente Regionale per la Legalità presso l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria; esso ha avvicinato e messo a disposizione delle scuole. consulenze e indicazioni operative per far fronte sia alla prevenzione che al contrasto di comportamenti devianti (i membri di detto osservatorio in seno all’USR sono: Regione, Province e Comuni, Ordine regionale degli Psicologi, Forum provinciali dei Genitori (AGE, AGESC, CGD), Consulte provinciali degli studenti (associazionismo giovanile), Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni, Uffici di Cittadinanza, Aziende Sanitarie Locali, le Associazioni di volontariato)

L’ufficio di servizio sociale per minorenni facente capo al Centro Giustizia Minorile per la Toscana e Umbria:

  • nell’ottica dell’integrazione interistituzionale e della multidimensionalità degli interventi rivolti ad adolescenti e giovani adulti che presentino problematiche complesse, ivi comprese quelle relativo al consumo e abuso di sostanze psicoattive, ha collaborato con la Direzione Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria e la Fondazione Angelo Celli, alla promozione del progetto di ricerca-intervento: “Aggregazioni di strada di giovani ecuadoriani”, in via di realizzazione

nell’azione congiunta dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile e Coordinamento Oratori, in collaborazione con tutte le realtà parrocchiali, oratoriali e associazionistiche del territorio, ha intrapreso, in relazione alle tematiche oggetto del protocollo, specifiche e mirate iniziative e azioni progettuali, quali:

  • progetti extrascolastici di sostegno alle famiglie nel percorso di studio e scolarizzazione dei propri figli, con particolare attenzione alle problematiche linguistiche, di alfabetizzazione e comprensione di bambini e ragazzi extracomunitari e immigrati, ma anche con l’obiettivo primario di orientare, motivare ed aiutare il giovane nel proprio cammino di studente (vedi progetti quali “Dalla strada alla meta” e “S.O.S. compiti”);
  • progetti di formazione integrata per animatori, educatori ed operatori di oratorio, finalizzati a sviluppare le competenze necessarie per svolgere il proprio servizio a giovani e bambini, con metodi e strumenti adeguati alle emergenze educative e sociali dei nostri tempi, dal tema del disagio sociale e della prevenzione, passando per quello delle dipendenze fino all’intergenerazione e l’intercultura (vedi “Progetto Oratorio 20.20”);
  • progetti di educazione e cultura alla carità e al servizio verso gli ultimi e gli emarginati, per migliorare il livello di convivenza e di sussistenza nelle nostre realtà territoriali, diminuire il rischio di scontro e separazione, favorendo così il benessere della collettività;
  • progetti di tutela e promozione della legalità negli ambienti oratoriali e dei circoli giovanili, per promuovere la cittadinanza attiva, il risveglio di una partecipazione cosciente e consapevole dei giovani alla vita e al bene comune e favorire così il principio di sussidiarietà verso le istituzioni locali (vedi “Progetto Oratorio 20.20);
  • progetti di scambio culturale e di turismo sociale rivolti a giovani ed adulti per favorire il viaggio come occasione di incontro ed arricchimento, nell’ottica della responsabilità e della partecipazione e non del consumo e dello sfruttamento (vedi “FOI INTERNATIONAL”)
CONSIDERAZIONI
ATTESO che le strategie di prevenzione e contrasto della diffusione degli stupefacenti non possono non tener conto della complessità del fenomeno che investe una molteplicità di profili, non solo criminali e repressivi, ma anche sociali e preventivi, nella misura in cui il contrasto dell’offerta di droga non può prescindere da un abbattimento della domanda;

RITENUTO che le forze dell’ordine, la prefettura ed i servizi per le dipendenze e socio-sanitari, pur operando con mandati istituzionali diversi, per poter intervenire in modo sempre più efficace ed incisivo debbano ricercare occasioni di confronto, analisi e dialogo per condividere i diversi saperi che vengono utilizzati nella rispettiva operatività ed i dati conoscitivi salienti che ne scaturiscono; ciò anche allo scopo di potersi interfacciare nella programmazione ed attuazione di piani di azione sempre più mirati ed efficaci, fondati sulla integrazione degli interventi come valore aggiunto;

VISTO e condiviso il documento programmatico “Per uscire”, promosso dalla Prefettura di Perugia per rafforzare e dare completezza alle strategie già avviate con il “Patto per Perugia Sicura”;

CONSIDERATO che, come previsto dal predetto documento, sono stati attivati due distinti tavoli tecnici composti dai referenti degli enti e delle istituzioni coinvolte che hanno lavorato sulle seguenti linee di azione:

  1. attivazione di forme permanenti di confronto, scambio informativo-statistico e formazione fra gli operatori dei servizi territoriali, la prefettura e le forze di polizia, finalizzate all’integrazione delle conoscenze e della percezione del fenomeno della diffusione e del consumo di sostanze psicoattive;
  2. attivazione di “percorsi” di ascolto, accoglienza e consulenza rivolti ad adolescenti, giovani ed alle loro famiglie e ad adulti che vivono l’esperienza di consumo con una bassa consapevolezza dei rischi e dei risvolti personali, sociali e legali;

TENUTO CONTO delle problematiche affrontate nel corso del lavoro dei predetti tavoli e delle proposte operative individuate;

RILEVATO che l’attività di ricognizione delle tipologie di dati ed informazioni disponibili presso gli enti e le istituzioni coinvolte nel progetto, effettuato nell’ambito dei lavori del tavolo tecnico, ha permesso di rilevare la presenza di un ricco e multiforme patrimonio informativo più articolatamente descritto nella allegata scheda tecnica “A”;

VISTA la delibera della Giunta Regionale dell’Umbria n. 1487/2011 relativa alla “Attivazione, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, di un’area specifica inerente le dipendenze, per il monitoraggio permanente del quadro regionale e l’adempimento degli obblighi informativi in materia. Evoluzione e messa a regime del sistema informativo regionale sulle dipendenze”;

VISTO l’art. 56 della legge della Regione Umbria 12 novembre 2012, n. 18 (Ordinamento del servizio sanitario regionale) che istituisce l’Osservatorio epidemiologico regionale, individuato quale componente fondamentale per orientare l’azione di governo della Giunta regionale e l’attività di pianificazione delle aziende sanitarie regionali, sia nella scelta delle modalità assistenziali, che per effettuare una adeguata valutazione del soddisfacimento dei bisogni di salute emergenti nella popolazione;

VISTO il decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) volto a garantire che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, nonché della dignità dell’interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale ed al diritto alla protezione dei dati personali;

VISTO il d.P.R 9 ottobre 1990 n. 309, recante testo unico delle leggi in materia di sostanze stupefacenti e psicotrope, e successive integrazioni e modifiche;

VISTO il Piano Sanitario Regionale 2009-2011 (in particolare per quanto riguarda gli obiettivi di salute prioritari volti a contrastare l’abuso di sostanze psicoattive e le dipendenze in genere, le relative aree di intervento, la riorganizzazione del sistema dei servizi e la strutturazione di un idoneo sistema regionale di osservazione, parte terza, paragrafo 8.1);

VISTO il Piano Sociale Regionale 2010-2012 (in particolare per quanto attiene alle Politiche di promozione per le nuove generazioni paragrafo 6.2.7 e le politiche nell’area delle dipendenze paragrafo 6.3)

CONVENZIONE

tutto ciò posto Convengono:

  • sull’opportunità di istituzionalizzare e codificare forme di consultazione ed interscambio informativo permanente quale strumento di analisi e monitoraggio costante dei fenomeni indicati in premessa, degli elementi qualitativi e quantitativi che li caratterizzano, della loro trasformazione ed evoluzione, nonché dei risultati prodotti dalle azioni di prevenzione e contrasto già avviate, così da creare una sede di condivisione e di sintesi delle esperienze e delle valutazioni scaturenti dallo svolgimento di compiti, missioni ed attività istituzionali diverse;
  • sulla necessità di valorizzare, in un’ottica di “rete”, l’integrazione delle azioni e degli interventi quale elemento strategico in grado di garantire unitarietà e coerenza alle progettualità poste in essere sul territorio, così da evitare anche possibili dispersioni di risorse ed energie o duplicazioni d’interventi;
  • sulla volontà di mantenere attivi i tavoli tecnici istituiti in Prefettura quale luogo istituzionalmente vocato a favorire il raccordo fra l’attività delle forze di polizia a fini di tutela della sicurezza pubblica e di prevenzione e repressione dei reati con quella svolta dagli enti locali, dagli operatori dei servizi sanitari e socio-assistenziali e dall’associazionismo per il perseguimento delle rispettive finalità;
  • sull’utilità di promuovere, nelle suddette sedi, nuove e più coordinate modalità di azione ed intervento finalizzate:
    • all’attivazione di specifiche azioni di prevenzione selettiva dirette ai gruppi sociali maggiormente esposti a rischio, già indicati nell’ambito del presente protocollo, ovvero a quelli che saranno individuati nel prosieguo sulla base di sopravvenute evidenze statistiche o informative;
    • all’attivazione di mirate azioni di prevenzione indicata, con la previsione di modalità dedicate e/o modulate di ascolto, presa in carico e tutoraggio leggero nei confronti di soggetti (minori, giovani e loro famiglie) per i quali si rilevi l’indicazione ad un percorso differenziato di accompagnamento all’uscita o al cambiamento dell’esperienza di consumo.
ACCORDI FINALI

ed a tali fini Concordano:

  • Ambito territoriale di riferimento

Si dà atto che le linee d’azione e di intervento previste nel presente protocollo, in quanto collegate alle previsioni contenute nel “Patto per Perugia Sicura”, sono da intendersi prioritariamente riferite alla Provincia di Perugia e, in particolare, al territorio del Comune capoluogo ed alle aree limitrofe, ove sono stati riscontrati i più alti livelli di criticità ed allarme sociale.

Nella considerazione della complessità del fenomeno e delle interrelazioni sistematiche fra i territori, le Parti si impegnano, ciascuno nella rispettiva competenza, a favorire l’adesione successiva di altri soggetti che consentano l’estensione di operatività del presente accordo anche ad altre aree.

  • Istituzione del tavolo tecnico permanente

Per l’attuazione delle attività e delle sinergie previste nel presente protocollo, è istituito presso la Prefettura UTG di Perugia un tavolo tecnico permanente, coordinato da un dirigente delegato dal Prefetto, costituito dai rappresentanti di tutte le Parti firmatarie del presente protocollo ed aperto alla partecipazione degli ulteriori soggetti pubblici o privati dei quali si reputi utile il coinvolgimento in via permanente o in relazione ai singoli argomenti da esaminare.

Compiti del tavolo sono:

  1. il monitoraggio delle problematiche connesse alla diffusione ed al consumo di sostanze psicoattive;
  2. l’analisi dei dati e delle informazioni di cui al successivo punto 2 e la loro sintesi in una nota periodica a beneficio degli organi di vertice degli enti firmatari;
  3. lo scambio informativo sulle iniziative e le attività promosse dagli enti e le istituzioni, dalla scuola, dal privato sociale, dalla Chiesa, dall’associazionismo e dagli altri soggetti attivi nel territorio;
  4. l’attuazione di una lettura condivisa degli aspetti principali che i predetti fenomeni assumono sul territorio del perugino finalizzata alla elaborazione di proposte di interventi innovativi in favore di adolescenti e delle loro famiglie e di giovani adulti;
  5. la co-progettazione di interventi di formazione integrata rivolti:
    • agli operatori delle forze di polizia e dei servizi sanitari e socio-assistenziali per uno specifico aggiornamento in ordine all’evoluzione dei fenomeni di uso e abuso di sostanze, agli stili di consumo, alle modalità di assunzione, all’offerta di servizi sul territorio ecc.
    • agli operatori dei servizi socio-sanitari, insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, animatori-educatori dei servizi educativi pubblici e privati e della rete degli oratori, pediatri e medici di base, referenti dell’ambiente universitario, dell’associazionismo sportivo, ecc. finalizzati a definire criteri condivisi di lettura, analisi e valutazione di comportamenti a rischio e situazioni di potenziale disagio ed a sviluppare le competenze necessarie ad attivare percorsi “adeguati” di ascolto e consulenza rivolti ai giovani e alle loro famiglie;
  6. la verifica periodica dello stato di attuazione ed implementazione delle azioni concordate con il protocollo;

Il tavolo si riunisce con cadenza almeno trimestrale ed ogniqualvolta lo richieda uno dei firmatari del protocollo; ai fini di una sua migliore operatività, può deliberare l’eventuale articolazione in sottogruppi ovvero la possibilità di delegare l’esame di uno o più argomenti a tavoli tematici ristretti.

  • Attivazione di forme permanenti di confronto, scambio informativo-statistico e formazione

fra gli operatori dei servizi territoriali, la prefettura e le forze di polizia.

Le Parti si impegnano – nel pieno rispetto delle norme previste dal predetto decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) nonché della riservatezza delle rispettive attività istituzionali – a condividere, in forma anonima e aggregata, i patrimoni informativi, conoscitivi e statistici formati o detenuti presso i rispettivi uffici ed aventi rilevanza ai fini della migliore lettura e comprensione dei fenomeni oggetto di approfondimento.

In particolare, si impegnano:

  1. ad utilizzare i flussi informativi disponibili per effettuare letture e/o studi mirati su singoli argomenti di particolare interesse e/o in determinate aree territoriali. In considerazione del fatto che tali flussi riguardano aree geografiche diversificate (regionali, provinciali o di zona sociale) le informazioni disponibili possono essere anche utilizzate per costruire indicatori territoriali;
  2. ad avviare un’attività di ricerca che, utilizzando il metodo c.d. “cattura-ricattura” già da tempo utilizzato in epidemiologia e raccomandato anche dall’Osservatorio Europeo di Lisbona, permetta di stimare il sommerso (ovvero la popolazione che fa uso di stupefacenti e non viene rilevata tra le persone segnalate dalle forze dell’ordine o l’utenza in trattamento, che costituiscono la parte emergente dei consumatori) e fornisca informazioni e chiavi di lettura più articolate ed utili;
  3. a ricondurre i flussi informativi esistenti, di cui alla predetta scheda tecnica “A”, nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio sulle dipendenze facente parte dell’Osservatorio epidemiologico regionale, costituito sensi l’art. 56 della legge della Regione Umbria 12 novembre 2012, n. 18, che costituirà punto di raccolta centralizzato dei diversi dati disponibili, secondo le modalità e le procedure organizzative che saranno definite nella fase di costruzione operativa dell’Osservatorio stesso. L’osservatorio, oltre a ricevere i predetti flussi informativi, provvederà alla loro sistematizzazione ed elaborazione e fornirà a tutti i soggetti-fonte che lo alimentano, una piattaforma unica di consultazione informatizzata del materiale prodotto dall’Osservatorio stesso.
  4. a favorire la attiva partecipazione degli enti e delle istituzioni aderenti al protocollo alla realizzazione e stesura dei Rapporti Epidemiologici regionali, tramite il coinvolgimento di proprio personale alla costruzione di alcune sezioni inerenti argomenti relativi a specifiche competenze e/o mandati istituzionali.
  • Prevenzione selettiva

Le Parti riconoscono la necessità di implementare nuove e più avanzate iniziative di prevenzione selettiva nei confronti dei gruppi sociali che – per gli stili di vita e di utilizzo del tempo libero, per gli ambienti abitualmente frequentati, per le difficoltà d’inserimento sociale o per altre cause da indagare – risultino maggiormente esposti al rischio di comportamenti d’abuso di sostanze psicoattive.

Si impegnano, a tal fine, a partecipare alla co-progettazione ed all’attivazione di specifici interventi e piani d’azione prioritariamente rivolti ai gruppi di destinatari che saranno individuati congiuntamente o sulla base delle risultanze di studi ed approfondimenti progettuali già condotti in ambito locale.

  • Prevenzione indicata progettazione ed attivazione di interventi innovativi di ascolto, accoglienza e consulenza rivolti ad adolescenti, giovani ed alle loro famiglie e ad adulti.

Le Parti si impegnano a progettare interventi innovativi di accoglienza, ascolto e consulenza rivolti ad adolescenti ed alle loro famiglie ed a giovani adulti che mettono in atto comportamenti a rischio, ad integrazione dell’offerta di trattamento dei servizi socio-educativi e socio-sanitari del territorio.

In tale prospettiva – a partire dal 01/01/2014 – si impegnano a sostenere la sperimentazione di una prassi innovativa che individui percorsi “dedicati” nell’ambito della rete dei servizi socio-educativi e socio-sanitari del territorio, definita nella allegata scheda “B”, che interesserà i soggetti segnalati alla Prefettura U.T.G. di Perugia ai sensi degli artt. 75 e 121 del d.P.R. 309/90 e residenti nell’ambito del Perugino.

  • Sicurezza stradale

In considerazione degli elevati costi sociali e sanitari dei fenomeni d’incidentalità stradale connessi all’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, le Parti si impegnano a garantire l’adeguata integrazione fra le iniziative che verranno promosse a seguito del presente protocollo e quelle già attuate o in via d’attuazione sul territorio ai fini della sicurezza stradale, avuto riguardo in principal modo ai seguenti aspetti:

  1. riesame periodico dei contesti strategici nei quali inquadrare l’attività di vigilanza degli organi di polizia stradale, le azioni di prevenzione e repressione delle condotte di guida a rischio, la modulazione dei relativi apparati sanzionatori;
  2. forme di dialogo o partenariato attivo con i titolari di pubblici esercizi, locali da ballo, attività di ristorazione specificamente finalizzate alla riduzione ed al contenimento dei fenomeni di incidentalità nelle ore notturne e nei fine settimana;
  3. attuazione di specifiche azioni di comunicazione ed informazione al pubblico.
  • Verifiche e monitoraggio

Ferme restando le azioni di verifica e monitoraggio previste da ciascun progetto o piano d’azione già avviato dai soggetti firmatari, la verifica sulla efficacia ed efficienza dell’azione di integrazione e coordinamento delle azioni e degli interventi conseguente al presente accordo e dei relativi risultati verrà effettuata dal tavolo tecnico permanente con cadenza semestrale.

Nel caso in cui la suddetta attività di verifica e monitoraggio evidenzi criticità o emergenze, il Prefetto – autonomamente, su richiesta di una delle Parti ovvero su proposta del tavolo tecnico permanente – potrà convocare le Parti firmatarie del presente protocollo per l’esame delle relative problematiche e per l’adozione dei necessari provvedimenti integrativi o correttivi.

  • Risorse

Ciascuno degli enti ed istituzioni firmatari appronterà le risorse umane e strumentali necessarie per la piena efficacia degli interventi programmati, individuando i propri referenti.

  • Durata e modifiche

Il presente protocollo avrà la durata di anni 2 (DUE) a decorrere dalla data della sottoscrizione, rinnovabile alla scadenza per ulteriori anni due, salvo disdetta esplicita delle Parti. Potrà inoltre subire, previo accordo tra le Parti, le modifiche e/o integrazioni che si riterranno necessarie.

VERSIONE STAMPABILE BREVE SINTESI

 

SCHEDA TECNICA - A

SCHEDA B