Frutti comuni

FRUTTI COMUNI

Orto Sole sarà uno spazio in cui fare cultura, partendo dall’orticoltura. Nel punto più alto di Perugia

Un orto, un’area da recuperare, ma soprattutto un grande contenitore aperto da riempire con il lavoro, l’entusiasmo e gli slanci di tutti i cittadini che abbiano voglia di partecipare alla sua rivitalizzazione.
Adagiato sulle mura medievali, visibile se ci si sporge giusto un po’ dal parapetto del belvedere di Porta Sole e si guarda in basso, c’è uno spazio verde di circa 2.600 metri quadrati in disuso e abbandonato a se stesso, per il quale l’associazione di promozione sociale ORTO SOLE ha elaborato un piano di riqualificazione affascinante e ambizioso. Nelle menti dei giovani che hanno costituito questa società poco più di un anno fa, l’orto, già ripulito e strappato allo stato di deturpazione in cui versava precedentemente, è pensato come fulcro e punto di partenza di un disegno più articolato. Un progetto che vada ben oltre il semplice proposito di coltivare quel terreno, e abbracci calorosamente cultura e partecipazione dal basso. Due tipi di carburante imprescindibili per alimentare l’idea.

«L’obiettivo che ci poniamo è fare dell’orticoltura un mezzo di condivisione, di scambio di relazioni umane e ambientali, di promozione di un modello ecologico e sostenibile. Lo scopo non è tanto vendere ortaggi, quanto attrarre persone in difficoltà, anziani, ragazzi, ma anche il semplice cittadino, e proporre loro un percorso che offra un ventaglio di attività, suddivise per aree tematiche all’interno di questo spazio. Oltre alla sezione dell’orticultura, ce ne saranno altre dedicate al coinvolgimento sensoriale, al food forest, ai giochi per bambini, ai libri e alla lettura. E chiunque abbia spunti per l’organizzazione di workshop, laboratori, mostre, o altri eventi, può avanzare proposte».

Il fine è quello di fare cultura, insomma. I ragazzi di ORTO SOLE lo dicono praticamente in coro. Il loro piano non riguarda di certo un orto in senso stretto. Non si va lì per acquistare i frutti, ma semmai per condividerne insieme la coltivazione e la crescita, contestualmente a tante altre esperienze stimolanti e formative.
«Stiamo pensando a una sorta di formula di baratto secondo la quale chi voglia prendere un ortaggio da portare a casa, ad esempio, anziché fermarsi lì e pagare può farlo dedicando un’ora del suo tempo a lavorare nell’orto. Puntiamo alla partecipazione di tutti, a espandere questo progetto il più possibile. Ad allargarlo a livello artistico, musicale, ed ecologico. E abbiamo anche in mente l’idea di realizzare una biblioteca».

Lo spazio da restituire alla città, appartenente a privati, è stato preso in comodato d’uso gratuito dall’associazione, e i suoi membri hanno avviato una campagna di crowdfunding per finanziare l’avvio del progetto. Che una volta partito si sosterrà con l’organizzazione di eventi, tesseramenti, e sovvenzioni pubbliche.
Altre informazioni, incluso un video dettagliato di presentazione dell’idea di ORTO SOLE, si possono reperire visitando l’omonima pagina Facebook dell’associazione.
E nel frattempo, se vi va, ogni sabato e domenica è già possibile andare a trovare i ragazzi a Porta Sole presso l’orto: dalle 10.30 alle 12.30 la mattina, e dalle 15 alle 18 il pomeriggio.

Testo di Mattia Giambattista