C.A.R.O. Vicolo

Foto di David Montiel

C.A.R.O. Vicolo

Le strade nascoste del centro storico rivivono grazie alla collaborazione tra residenti e Umbria Institute
Ho scoperto che la democrazia partecipativa raccontata nei libri universitari non è solo un concetto astratto, ma reale, ed è più vicino a noi di quello che crediamo. Dobbiamo solo cercare qualcuno che abbia la nostra stessa volontà di prendersi cura dello spazio pubblico. Dobbiamo allontanarci dall’idea radicata che è inutile agire perché le istituzioni sono troppo distanti da noi per rendersi conto delle reali necessità di una strada, di un quartiere, di una città. I mezzi si trovano, si condividono, si chiedono in prestito.

Con le istituzioni, soprattutto in un periodo di crisi come questo, si tratta di dare prima per ricevere poi, dimostrare che sono gli stessi abitanti che si prendono cura del quartiere e che le risorse che verranno investite non verranno sprecate. La zona di Borgo XX giugno e Corso Cavour è uno dei quartieri più vivi e più attivi che ha deciso di non lasciarsi morire ma di combattere ciò, ma soprattutto chi, aveva deciso che il degrado dovesse prendere il sopravvento. L’associazione Borgo Bello propone ogni mese iniziative e attività di ogni tipo per coinvolgere la comunità, e da qualche anno si sta consolidando la collaborazione con i ragazzi americani dell’Umbra Institute, che ogni semestre si prendono cura di un vicolo del quartiere, legando la sua rivitalizzazione a un progetto di place making. Si chiama Caro vicolo, ed è promosso con il patrocinio del Comune di Perugia. Nel secondo semestre del 2013 si sono occupati di via del Deposito, dove ha sede la casa di Giovanni Dottori, per l’evento Luci sulla città, mentre la protagonista del primo semestre del 2014 è stata e continua a essere via Fiorenzuola. Nel primo workshop, il 4 febbraio, è stata tracciata una mappa delle risorse umane e socio-culturali per capire come potersi autofinanziare e, tramite l’attività Move (mantenere, organizzare, valorizzare, evitare), dove è necessario indirizzare queste risorse. Il 13 marzo, in occasione del secondo workshop, i ragazzi della classe di Urban Spaces dell’Umbra Institute hanno presentato le elaborazioni “verdi” per abbellire tutta via Fiorenzuola, un crocevia importante, data la presenza delle scale mobili che collegano Corso Cavour alla stazione Sant’Anna, che per troppo tempo è stato abbandonato a se stesso.

Così per un mese, ogni martedì, nei locali della chiesa di San Domenico, dopo aver raccolto i materiali necessari, abbiamo lavorato instancabilmente per realizzare fioriere pensili fatte con bancali di legno e vasi fatti con i contenitori per i pomodori da posizionare nei punti del muro concessi dai frontisti che con l’aiuto del Gam, Gruppo auto-organizzato di manutenzione, si prenderanno cura del nuovo verde. Servivano competenze, idee e molta, molta manodopera, affinché fosse tutto pronto per l’inaugurazione del 16 aprile, e ognuno ha fatto la propria parte come in una grande famiglia. L’inaugurazione è andata molto bene, perfino i passanti sono stati coinvolti dagli abitanti in un momento di festa mentre si appendevano alle reti elettrosaldate i vasi e si piantumava.

Può sembrare poco, può sembrare nulla a chi ne è estraneo, ma sentire di far parte di qualcosa di più grande, e di migliore, delle proprie singole azioni ti fa apprezzare di più ciò che altri creano. Sono piccoli passi ma se con questi passi crei qualcosa di bello, se fai sorridere un passante con i tuoi vasi azzurri con le nuvolette disegnate sopra, se una persona presa dai mille problemi della vita quotidiana nota quei fiori colorati e pensa a quanto potrebbero stare bene sul suo davanzale, se la sensazione di pulizia e cura distoglie anche solo un cittadino dal gettare lo scontrino per terra allora il tempo dedicato a questo progetto non è tempo perso. È un tempo prezioso, che vale molto perché fa bene all’ambiente, alla città, ai cittadini.

Testo di Maria Laura Bellini

C.A.R.O. Vicolo

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